Sommario: Numero 4 di ottobre-dicembre 2013

Numero 4 di ottobre-dicembre 2013

Vetrina

La scena italiana risorge dai teatri (post)occupati | pag. 2

Negli ultimi anni in Italia sono stati riscoperti – e occupati – molti teatri destinati alla rovina così come tanti luoghi storici sono stati rifunzionalizzati e convertiti in spazi scenici. Un breve excursus tra alcuni casi paradigmatici che testimonia la necessità di un teatro più vivo e più vicino.

Sturm und Traum, nella Jauntal alpina la tempesta autobiografica di Peter Handke | pag. 4

Ancora tempesta è il testo in cui lo scrittore austriaco evoca la saga della propria famiglia, sognandola.
Il croato Ivica Buljan lo ha messo in scena per il Teatro Stabile Sloveno e il Drama di Ljubljana.

Teatromondo

Edimburgo 2013 ecco come ci cambia la tecnologia | pag. 6

Mentre il programma del Festival Internazionale sfida le compagnie di mezzo mondo a saggiare le evoluzioni cognitive prodotte da scienza e tecnologia, il Fringe continua a crescere: molto il teatro fisico e visuale e, fra i fil rouge tematici, le migrazioni, le diverse abilità e identità, sessuali e politiche.

Portogallo, ad Almada
il teatro come prova d’Europa | pag. 9

Dalla circolazione delle lingue e degli artisti provenienti da Francia, Austria, Slovenia, Croazia, Italia (unici rappresentanti ricci/forte), Grecia, Irlanda, Spagna e Scandinavia, un esempio pratico della carta dell’identità europea.

Mentre Otello va in Afghanistan Londra si infiamma per Liolà | pag. 10

Se non stupisce Shakespeare, nella stagione londinese, certo lo fa la “prospettiva militare” con cui viene letto il dramma di Otello. Intanto Simon Stephens cerca un nuovo punto di vista per Casa di bambola e il pubblico scopre Pirandello al National Theatre.

San Paolo, dal tramonto all’alba
la notte bianca del teatro | pag. 12

Dagli autobus alle piazze e dai supermarket alle autostrade, a San Paolo del Brasile il teatro può trasformare in scena l’intera città. Spensierato, sì, ma anche molto politico e resistente alla “barbarie”, all’abbandono dello Stato e allo strapotere della tv.

Maschere, visioni e rappresentazioni la scena haitiana fra tradizione ed esterofilia | pag. 14

In una cultura spettacolarizzata, che vive il Carnevale come potente rito di massa, il teatro fatica a radicarsi: guardato con sospetto, esterofilo e lontano dal popolo, non riceve aiuti dallo Stato e cerca, grazie alla convinzione di alcuni artisti locali, di conquistarsi i propri spazi e un proprio pubblico.

Il teatro tout public di Teresa Ludovico conquista Tokyo e Londra | pag. 17

Nel sistema produttivo fuori dall’Italia sembra più facile trovare spazio e consensi, per la regista barese, che dal 2001 gira il mondo raccontando storie come Bella e Bestia, La Regina delle Nevi e La principessa Sirena.

Humour

glossip

W Verdi! Ma dove volano d’estate le Walchirie? | pag. 20

Dossier

Verdi e Wagner

| pag. 21

Nati a pochi mesi l’uno dall’altro, nel corso del fausto 1813, Giuseppe Verdi e Richard Wagner fondano la riflessione critica sul teatro musicale. Riflettere sui presupposti di estetiche contrastanti aiuta a comprendere la storia dell’interpretazione di opere che sollecitano consacrati templi della lirica (da Milano a Bayreuth) e ardimentose scene locali (da Parma e Verona a Lipsia), cinema, letteratura e teatro di figura. Così si animano i velluti delle sale, così scorre il Reno duecento anni dopo.

Vissi d’arte e di Scala voci e sguardi su Verdi e Wagner | pag. 22

Dalle grandi voci degli anni Sessanta all’arrivo dirompente di Visconti, dalla complessità analitica delle regie di Strehler al teatro essenziale, intensamente poetico di Chéreau, ricordi e memorie di sessant’anni di spettacoli scaligeri, tra acuti e sfide, castelli e cattedrali, lanci di rapanelli e navi inghiottite nella notte.

Rataplan! Due bicentenari in tempo di crisi | pag. 25

Costretti a un notevole sforzo produttivo, in contrasto con le ristrettezze di bilancio, i teatri lirici italiani hanno reagito con scelte di programmazione e produzioni spesso prevedibili. In cauda una riflessione sul doppio evento.

Per una confutazione delle regie “wagneriane” in attesa dell’irraggiungibile perfezione | pag. 26

Fonte d’interminabili controversie, l’interpretazione scenica del dramma musicale wagneriano è stata spesso falsata dai suoi migliori interpreti, a cominciare da Cosima Wagner, al festival di Bayreuth. Tra censure e divieti, eredi disinvolti e invenzioni immotivate, centotrent’anni di teatro wagneriano permettono una prima riflessione critica.

Verdi per Bene

| pag. 28

«Con la massima semplicità»
Verdi e la messinscena dell’Ottocento | pag. 30

Per fare teatro occorrono uomini di teatro: in apparenza semplice, l’assunto verdiano serve a spiegare le ragioni di una drammaturgia che s’invera sulla scena. Testimone dell’evoluzione spettacolare di un secolo, l’Ottocento, che sperimenta nuove soluzioni per chiarire complesse dinamiche teatrali, Giuseppe Verdi interviene personalmente sulla dimensione scenica delle sue opere. Con esiti spesso sorprendenti, difficili da immaginare

Verdi e Shakespeare, tra riscritture e convenzioni | pag. 32

Verdi, i Colla e le loro teste di legno quando l’opera era davvero per tutti

| pag. 33

Dai livrets alle “disposizioni sceniche”quando la messinscena «deve restare» | pag. 34

Folgorato dalla ricercata mise en scène di Louis Palianti delle sue Vêpres siciliennes (1855), Giuseppe Verdi importa in Italia – grazie alla lungimiranza di Casa Ricordi – il modello delle “disposizioni sceniche”, che fissano l’articolazione dello spettacolo nei suoi tratti essenziali: «servire il dramma» e valorizzarne l’aspetto visivo.

La lezione della storia, la luce oltre la morte: Albert Carré regista all’Opéra-Comique | pag. 36

Protagonista della vita teatrale parigina fin-de-siècle e direttore dell’Opéra-Comique, Albert Carré fissa la lezione scenica di alcuni capolavori di Verdi e Wagner: una Traviata giovanile riporta l’azione ai tempi del Secondo Impero, mentre Tristan und Isolde, all’indomani della Grande Guerra, rinnova la tradizione grazie a un uso innovativo delle luci.

V.I.V.A. Verdi e Wagner
le scene di un teatro politico
| pag. 38

Da Macerata a Bayreuth, dove sono andate in scena provocatorie riletture della drammaturgia dei due autori, il teatro di Verdi e Wagner riafferma una vis politica che divampa a contatto con le criticità del mondo contemporaneo: interprete privilegiato delle contraddizioni dell’Italia e della Germania di ieri e di oggi, o forse di sempre.

Giuseppe Verdi e il cinema: la forza di un destino fatale | pag. 40

Boulez e Chéreau, un Ring eversivo a Bayreuth | pag. 41

Pietra miliare nella storia dell’interpretazione wagneriana, Der Ring des Nibelungen allestito a Bayreuth nel 1976 da Patrice Chéreau e Pierre Boulez reinterpreta il mito come summa delle esperienze storiche, filosofiche e musicali accumulate nel corso di un secolo convulso come il Novecento. Appunti sulla ricezione critica di una creazione leggendaria.

«Falstaff, Don Giovanni vecchio»: Verdi, Strehler e una chiave per ShakespeareDa | pag. 42

La traviata a Falstaff, le regie scaligere di Strehler dedicate a Verdi illuminano le messinscene shakespeariane, condotte in parallelo nella prosa. Mirabile sintesi, l’ultimo spettacolo dedicato al “Pancione”, tra le brume della Bassa padana, anticipa il crepuscolo di Don Giovanni, esaltando la complessa drammaturgia musicale dell’epilogo verdiano.

Pareggio con sorrisi finali un anno di spettacoli nel mondo | pag. 44

A duecento anni dalla nascita, Verdi e Wagner si sono contesi i palcoscenici di tutto il mondo, talvolta in cerca di letture innovative, più spesso di rassicuranti riprese dei grandi capolavori. Dalle macerie di Mirandola alle vette del Tirolo, dai grandi festival internazionali al minuscolo Teatro di Busseto, ecco il catalogo dei più importanti spettacoli del 2013.

Pareggio con sorrisi finali un anno di spettacoli nel mondo | pag. 46

A duecento anni dalla nascita, Verdi e Wagner si sono contesi i palcoscenici di tutto il mondo, talvolta in cerca di letture innovative, più spesso di rassicuranti riprese dei grandi capolavori. Dalle macerie di Mirandola alle vette del Tirolo, dai grandi festival internazionali al minuscolo Teatro di Busseto, ecco il catalogo dei più importanti spettacoli del 2013.

2013, gli annversari finiti nel dimenticatoio | pag. 47

Verdi, nostro contemporaneo così credevamo alla Scala
| pag. 48

Le messinscene di Barberio Corsetti, Martone e Michieletto riaprono il dibattito sul teatro di regia e sulla legittimità di attualizzazioni che restituiscano dirompente impatto teatrale ad alcuni melodrammi dell’Ottocento. Con esiti diversi e contrastanti, Macbeth, Oberto e Un ballo in maschera rinnovano il canone dell’interpretazione scenica verdiana.

Quel che resta del Ring
se il Walhalla può attendere… | pag. 50

Dopo mezzo secolo di assenza, l’Opéra di Parigi e la Scala regolano i conti con il Ring des Nibelungen, messo in scena rispettivamente da Günter Krämer e Guy Cassiers. Al Teatro Massimo di Palermo, frattanto, Graham Vick è costretto a interrompere un interessante allestimento della saga, vittima dei tagli ai finanziamenti.

Eroi, principi e babau il teatro ragazzi sfida il contemporaneo | pag. 52

Da Nord a Sud Italia, una panoramica delle proposte più interessanti (anche se mancano le eccellenze) presenti nei principali festival dedicati al giovane pubblico: Giocateatro, Segnali, Una città per gioco, Palla al centro, I teatri del mondo e Maggio all’infanzia.

Nati ieri

I protagonisti della giovane scena/44

Premio Scenario, va in scena la crisi | pag. 54

Spaesamento, precarietà, incertezza su presente e futuro. Sono i temi ricorrenti di questa edizione, tra i quali il monologo regna sovrano e il Sud è assente. Vincono i Fratelli Dalla Via e Collettivo InternoEnki, segnalazioni speciali per nO (Dance first. Think later) e Beatrice Baruffini.

Exit

Slawomir Mrozek da esiliato in patria a cittadino del mondo | pag. 56

Autore assai prolifico, fu famoso per la sua dura e feroce satira contro il conformismo e l’oppressione comunisti, negli anni Settanta e Ottanta. Fra i suoi testi più celebri La polizia, Il martirio di Piotr Obey, Il tacchino, Tango e, soprattutto, Emigranti.

Un adieu per Lamberto maestro dal cuore giovane | pag. 57

Esordio d’attore, ma poi dedicatosi soprattutto alla regia, Lamberto Puggelli ha firmato, con rigorosa eleganza, numerosissime regie, dal Piccolo alla Scala. Fondamentale il suo lavoro con i giovani e per i giovani.

Cerami, l’angelo amorale | pag. 58

Addio a Paolo Rosa, creatore di Studio Azzurro | pag. 58

Roman Vlad, l’imperatore della seduzione musicale | pag. 58

Cronache

| pag. 60

Lirica

Pesaro e Macerata, dal mito alla cronaca come attualizzare il melodramma | pag. 86

Scelte registiche di forte personalità (Livermore, Vick, Ponnelle) e riletture alla luce della Storia presente (Vacis,  Micheli) per un teatro d’opera non anacronistico.

Testi

Il Guaritore | pag. 88

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Biblioteca

Le novità editoriali | pag. 102

La società teatrale

L’attualità del mondo del teatro | pag. 106

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