Sommario: Numero 4 di ottobre-dicembre 2011

Numero 4 di ottobre-dicembre 2011

Vetrina

Bartabas, il centauro che scoprì la danza butoh | pag. 2

Pioniere selvaggio di un teatro di cui è protagonista con i suoi magici cavalli, l’artista francese racconta il suo nuovo spettacolo, nato dall’incontro con il danzatore Morobushi e con I Canti di Maldoror di Lautréamont.

Isabella Ragonese: televisione ti amo, ma un po’ ti odio e torno in teatro | pag. 4

Isabella Ragonese, trent’anni, formazione teatrale e successo cinematografico è approdata di recente anche in tv. Ma il primo amore non si scorda mai…

Report dal teatro fragile | pag. 6

Partendo da un lungo lavoro di interviste sul campo, Gigi Gherzi e Pietro Floridia compongono di emozioni, di storie. Per parlare di disagio ogni sera con il pubblico una mappa della città, di luoghi, e di normalità in metropoli sempre più competitive.

Majakovskij, Martinelli
e il mondo salvato dai ragazzini | pag. 8

Paolo Grassi/On.Teatr: dai Navigli alla Neva due culture per una nuova generazione teatrale | pag. 9

Premio Scenario 2011: l’importante è partecipare | pag. 10

I protagonisti della giovane scena/37– Alla finale della 13a edizione del più importante premio dedicato alla giovane scena italiana spicca il tema della precarietà generazionale, ma anche le contaminazioni fra diversi linguaggi e l’impegno politico e civile. Vincono Infactory di Matteo Latino e Due passi sono di Carullo-Minasi. Ma è lo spirito – costruttivo, solidale ed entusiasta – che fa di questo progetto uno strumento di scandaglio unico nel panorama nazionale.

Exit

Roland Petit, l’eterno jeune homme della danza | pag. 12

Teatromondo

Avignone 2011: tra ansia di vivere
e sensazione di incompiutezza | pag. 14

Malesseri esistenziali e incontri-scontri tra generazioni, popoli e sensibilità dominano il cartellone del più importante festival d’Oltralpe. Mouawad, Cassiers, Fisbach, Mitchell/Warner, Castellucci, De Keersmaker, Ouramdane, Le Roy e Stuart le star del teatro e della danza ospiti alla 65° edizione.

L’estetica del “fai da te”
alla conquista di Edimburgo | pag. 17

L’International Festival volge lo sguardo a Oriente ma pensando a Shakespeare. Al Fringe spopolano gli spettacoli low cost, i bilanci intimisti dieci anni dopo l’11 settembre e la nuova drammaturgia gallese.

Impulse Festival: ecco gli Oscar
della scena indipendente tedesca | pag. 20

Colonia, Mülheim, Düsseldorf e Bochum sono state sede della rassegna che, come i Theatertreffen berlinesi fanno per il teatro istituzionale, ha premiato le migliori produzioni off. Alta la qualità degli spettacoli in concorso, tra i quali hanno trionfato Conte d’Amour dei gruppi Institutet e Nya Rampen, Testament di She She Pop, The Host di Andros Zins-Browne e Cry me a river di Anna Mendelssohn.

Almada, un ponte verso il Sudamerica | pag. 22

Grazie a Nadj, Chéreau, Pollesch, Pommerat si respira l’aria del Vecchio Continente nel principale festival teatrale portoghese, quest’anno alla 28a edizione. Ma è lo sguardo verso l’America Latina, la curiosità per quel teatro vivo e davvero giovane, che lo rende speciale.

A Helsinki tra solitudine e rivoluzione | pag. 23

Alla sesta edizione dello Stage Festival, svoltosi nella capitale finlandese, spiccavano le presenze di Baryshnikov diretto da Krymov, del regista fiammingo Valentijn Dhaenens e del tunisino Fadhel Jaïbi che, con Amnésia, ha stregato il pubblico.

Humour

G(L)OSSIP

Il parto del leone (d’oro) | pag. 26

Dossier

Americani in Italia | pag. 27

O’Neill, Williams, Miller, Albee e gli altri. Cosa ha significato l’arrivo dei loro testi nell’Italia del secondo dopoguerra? E cosa ne resta? Partendo dal centenario della nascita di Tennessee Williams, ripercorriamo luci e ombre, fortuna e sfortuna scenica di quella drammaturgia dai temi “forti”, spesso considerati scandalosi, che conquistò registi e attori del calibro di Luchino Visconti, Paolo Stoppa, Rina Morelli e Anna Magnani. Fino ad allargare lo sguardo a Mamet, Shepard, Kushner e agli autori degli ultimi vent’anni.

Blanche Dubois non abita più qui | pag. 28

Da quando il made in Usa era garanzia di successo (e non solo a teatro) al lento declino della drammaturgia statunitense nella Penisola. Analisi di un fenomeno che non ha retto ai cambi generazionali nel sistema Italia, con l’arrivo degli Stabili, la prudenza produttiva, la necessità dei grandi nomi e il conflittuale rapporto con i classici. Sperando che, come già con Tony Kushner, qualche coraggiosa compagnia si accorga prima o poi della splendida contemporaneità di questi autori.

Ma come sono europei questi americani! | pag. 30

Dal secondo dopoguerra in poi nel nostro Paese si fa sempre più forte la curiosità verso il teatro americano. Dagli ormai classici O’Neill, Williams, Miller e Albee fino a Neil Simon, Mamet e Shepard: viaggio nelle più note messinscene realizzate in Italia.

Tutti da Clare il sabato sera

  | pag. 33

Amori, odi e follie del teatro americano nell’Italia alle soglie del boom. Tra frigoriferi, fasciocomunisti e gite all’estero. Non oltre Lugano, of course.

In ogni grande attore c’è l’anima di un Commesso | pag. 34

Flavia Tolnay, recentemente scomparsa, gestiva un’agenzia teatrale che aveva iniziato la sua attività proprio con la drammaturgia americana, nel 1946. Tutelando i diritti per l’Italia di grandissimi autori, la Tolnay aveva visto passare per il suo ufficio gran parte dei nostri registi e attori. Ancora adesso la sua agenzia mantiene con Broadway un rapporto privilegiato.

Per saperne di più | pag. 37

Luchino suona sempre due volte | pag. 38

Alla costante ricerca del conflitto, certo del fatto che solo sotto la tensione si nasconda la “verità” di un personaggio, Visconti scopre gli americani già durante il Fascismo per poi frequentarli a lungo. Sia al cinema che a teatro. Concentrando negli anni la sua ispirazione fra le decadenti tristezze di Williams e le esistenze tormentate di Miller. A margine di un sogno americano sempre (in)compiuto.

Per essere amati meglio morire | pag. 40

Williams tra censura e oblioTra Vecchio e Nuovo Continente, il destino di Tennessee Williams sembra mostrare due facce. Se in patria la sua opera è stata criticata, censurata e gradualmente accantonata, in Europa (Italia in testa) numerose e significative sono state le messinscene dei suoi testi prima e dopo la morte.

Arthur Miller: uno sguardo dal palcoscenico | pag. 42

Da Pechino a Roma i suoi testi, universali e contemporanei, hanno saputo viaggiare nel tempo e nello spazio grazie alla capacità di contestualizzare i personaggi entro precise coordinate sociali, familiari e politiche, lasciando però emergere la realtà fantasmatica dei loro sogni, incubi, amori e desideri.

Bruni e De Capitani: «Grazie a Fassbinder il nostro Williams senza pregiudizi» | pag. 44

Figlio del secondo Novecento ma invecchiato in fretta (e male), l’autore americano ha trovato fortune alterne in Italia: amatissimo da dive un po’ agée ma snobbato dalle giovani compagnie, sfiorato dalla ricerca ma considerato sempre e comunque un grande classico. Con un’anomalia: la pluriennale esperienza di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, arrivati a Williams attraverso Fassbinder e dal quel momento mai più abbandonato.

Neumeier-Williams, danzando sulle rotaie | pag. 46

Un tram che si chiama desiderio di Williams aveva già stimolato sin dalla sua nascita l’interesse dei coreografi: geniale l’edizione firmata da John Neumeier, mentre più sbiadita quella di Valerie Bettis. Non altrettanta attenzione suscitarono invece i lavori degli altri grandi drammaturghi americani.

E anche la lirica prese il Tram | pag. 47

Personaggi, ambienti, suoni, problemi: sono questi gli elementi principali che il palcoscenico lirico riprende dalla drammaturgia americana di Miller, Williams, Wilder. Ma su questo canone si sviluppa anche una scrittura originale che, da Gertrude Stein a Gian Carlo Menotti, mette in scena la Glorious Nation.

New generation, drammaturgia senza padri? | pag. 48

Sembra esserci una frattura tra la generazione di Miller e Williams e quella che da Mamet e Shepard arriva a Kushner e Shawn. Forse perché la nuova drammaturgia americana sembra prediligere i modelli inglesi, da Beckett a Pinter.

Il fascino (poco) discreto del cinema | pag. 50

Da Kazan a Lumet, molti sono stati i registi cinematografici affascinati dalle nuove storie americane di Tennessee Williams, dominate da passioni, follia e torbidi legami familiari. Fino ad arrivare a Mamet e Shepard che, nati come drammaturghi, si sono saputi reinventare come sceneggiatori e registi di cinema.

Teatro di figura

Qualità e logiche di mercato
parole d’ordine a Charleville | pag. 54

Tradizione e innovazione, invenzioni e (ab)uso di tecnologia al centro della 50esima edizione del prestigioso festival di teatro di figura. Tra gli ospiti, l’Illustre Famille Burattini, i pupazzi di Duda Paiva e i pupi di Mimmo Cuticchio, i giochi d’ombre di Rouge 28, Philippe Genty e Miet Warlop, Figuren Theater Tübingen/Bagages de Sable e la compagnia belga Non Nova.

Teatroragazzi

Il teatro ragazzi si mette in vetrina
ma delude la collezione primavera-estate | pag. 56

Il bullismo per gli adolescenti, i desideri e il coraggio delle scelte per i più piccoli, i 150 anni dell’Unità d’Italia, la diversità, i rapporti tra adulti e bambini, i grandi classici: è ampio ed eterogeneo il ventaglio di temi emersi dalle numerose rassegne, ma pochi sono stati gli spettacoli di rilievo.

Lirica

Letteratura, cinema e teatro,
lo sguardo triplo del melodramma | pag. 58

Da sempre impegnato a valorizzare prestigiose fonti letterarie, il melodramma fa oggi i conti anche con precedenti cinematografici e teatrali illustri, che ne arricchiscono le prospettive interartistiche. Viaggio nella drammaturgia musicale contemporanea, dalla Venezia di Visconti al Postino di Catán, passando per Gertrude Stein e Heiner Müller.

Pesaro, Macerata e Jesi: le Marche
regno estivo della lirica festivaliera | pag. 62

Critiche

Le recensioni dai festival estivi | pag. 64

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Testi

Bolzano, uno Stabile di frontiera con la drammaturgia contemporanea nel dna | pag. 94

Fin dalla sua nascita, nel 1950, l’ente altoatesino ha mirato a promuovere i migliori drammaturghi contemporanei italiani e stranieri. Da Thomas Bernhard a Paravidino, fino a Il ritorno di Carlotta Clerici, in tournée da novembre con la regia di Marco Bernardi.
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Il ritorno | pag. 95

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Biblioteca

Le novità editoriali | pag. 116

La società teatrale

L’attualità del mondo del teatro | pag. 120

Con la collaborazione di Laura
Bevione, Fabrizio Sebastian
Caleffi, Lucia Cominoli, Giorgio
Finamore, Simone Nebbia,
Marta Vitali.

Hanno collaborato

| pag. 128

Paola Abenavoli, Nicola Arrigoni, Giovanni Ballerini, Elena Basteri, Massimo Bertoldi, Laura Bevione, Mario Bianchi, Fabrizio Sebastian Caleffi, Roberto Canziani, Laura Caretti, Sara Chiappori, Tommaso Chimenti, Carlotta Clerici, Lucia Cominoli, Masolino d’Amico, Renzo Francabandera, Gigi Gherzi, Gigi Giacobbe, Pierfrancesco Giannangeli, Stanley E. Gontarski, Margherita Laera, Giuseppe Liotta, SergioLo Gatto, Stefania Maraucci, Federica Mazzocchi, Antonella Melilli, Giuseppe Montemagno, Simone Nebbia, Pier Giorgio Nosari, Mautizio Porro, Robert Quitta, Domenico Rigotti, Maggie Rose, Laura Santini, Francesco Tei, Pino Tierno, Francesco Urbano, Cristina Valenti, Nicola Viesti, Diego Vincenti, Betty Zanotelli, Giusi Zippo.

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