Sommario: Numero 4 di ottobre-dicembre 1990

Numero 4 di ottobre-dicembre 1990

Editoriale

Silenzio signori: si parla di teatro | pag. 4

La società teatrale

Primi sguardi ai cartelloni 1990-1991

Le rose e i cactus della stagione di prosa | pag. 5

Dalla mappa dei prossimi otto mesi di vita teatrale emergono i soliti classici «da cassetta», alcune scelte mattatoriali ma anche qualche nome di autore italiano contemporaneo – Restano la confusione di un surplus produttivo non giustificato sul piano della qualità e gli inconvenienti e le ingiustizie di una distribuzione che non  rispecchia il valore degli spettacoli.

Fabbri/ dieci anni

Ricordarlo, per riproporlo al teatro

Diego Fabbri dieci anni dopo | pag. 8

La sua presenza oggi e domani

 Per un ritorno del suo teatro | pag. 9

Come hanno giudicato lo scrittore e l’uomo

Un Cristianesimo attivo aperto al rinnovamento | pag. 10

Bo: Impregnato di spirito francese, attento alla lezione di Mauriac, il suo cattolicesimo ha anticipato il Concilio Vaticano II – Cappelletti: Il suo realismo era una scelta cristiana: si può capire l’uomo soltanto in quello che qui è, limiti compresi – Spadolini: Il «teatro della vita» fabbriano era un umanesimo integrale, filtrato attraverso l’etica di Dostoevskij e il personalismo di Mounier – Vigorelli: Ha scritto non un intellettualistico «teatro delle idee», ma dei «misteri teatrali» dominati dalla presenza di Cristo. Interventi di Carlo Bo, Dante Cappelletti, Giovanni Spadolini, Giancarlo Vigorelli

I due poli della drammaturgia fabbriana

Fra il dramma di famiglia e la problematica ecclesiale | pag. 14

Nel ritorno del Cristo, riconosciuto dal Grande Inquisitore, Fabbri coglieva il culmine del contrasto fra istituzione e carisma – Negli ultimi testi, Incontro al Parco delle Terme e  Al Dio ignoto, l’attesa accorata dello Spirito.

Per un aggiornamento critico

Pirandello, Fabbri e il personalismo

  | pag. 16

Squarzina sulla scena di L’avvenimento

Quando Diego previde il tempo della violenza | pag. 17

Scritta fra il ’66 e il ‘ 67, la commedia riprendeva fra i bassifondi di una città il tema della presenza di Cristo nel mondo d’oggi – Proposta allo Stabile di Genova fu accolta male, ma a distanza di tempo ci rendiamo conto che quel testo annunciava gli anni bui che sarebbero sfociati nel terrorismo.

Due interpreti lo ricordano

  | pag. 18

Due critici che l’hanno capito | pag. 19

Sei anni di ricerche, studi e manifestazioni

La fedeltà di Forlì alla memoria di Fabbri | pag. 21

Gli Incontri internazionali sono stati dedicati alle drammaturgie francese, inglese e tedesca – Il problema dell’identità nel teatro contemporaneo tema del convegno del decennale – Numerose proposte di spettacoli hanno impegnato grandi attori e primarie compagnie – Valorizzati gli interventi del drammaturgo nel cinema e nella televisione – I premi Costa e Testori.

All’insegna di una volontà di dialogo

All’università di Bologna nato un centro studi Fabbri | pag. 24

Coordinato da dipartimento di Italianistica e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Forlì, l’organismo promuoverà ricerche sull’opera del drammaturgo e sul teatro del Novecento e realizzerà un Osservatorio regionale per il Teatro in collegamento con il Ministero e con l’Eti.

Torna sulle scene il suo capolavoro

Processo a Gesù: scandalo che dura da duemila anni | pag. 25

Dalla «prima» trionfale al Piccolo Teatro di Milano nel 1955, con la regia di Orazio Costa, alla rilettura rigorosa di Giancarlo Sepe, la vitalità di un dramma che si incarna nella nostra epoca e usa il suspense del dibattito processuale per esprimere la paura dell’uomo di affidarsi alla speranza.

Sepe: «Ecco il mio Processo» | pag. 26

Libertà e vincoli del drammaturgo

L’autore di teatro pensa ad alta voce per il pubblico | pag. 27

Biografia essenziale di Diego Fabbri

Una lunga obbedienza al teatro | pag. 28

Festival

Da un primo bilancio indicazioni per il futuro

Tanto teatro d’estate: qual’ è stata la qualità? | pag. 29

Riemerge in sede di bilancio l’esigenza di mettere un po’ di ordine in una programmazione non sempre coerente o giustificata – La delusione di Spoleto, il rilancio della festa a Taormina, la vivacità  delle rassegne  sperimentali. E l’assenza della drammaturgia nel programma romano.

Piccolo e grande a Micro Macro

Riecco l’immortale Sirenetta ma nuota in un bicchiere d’acqua | pag. 30

La lanterna di Praga alle panatenee agrigetine

Odisseo torna a Itaca sul mare magico di Svoboda | pag. 31

Bilancio di una rassegna varia e vivace

Taormina domani: una città festival | pag. 32

Lavia, neodirettore, ha inaugurato la sezione Prosa con un’opera ecologica e ha dato spazio alla drammaturgia italiana – Il Sogno di Savary, ma anche un omaggio a Beckett – Il programma del ministro Tognoli per realizzare aree teatrali di stabilità – L’edizione 1991 vedrà la riscoperta della commedia del Cinquecento e la presenza di Ronconi.

Samuel Beckett: la parola nel silenzio di uno stoico

  | pag. 33

Gassman in bronzo: è il premio del Pistoia-Teatro edizione ’90 | pag. 34

Genova estate

Barocco, cioè attuale | pag. 35

Savary dopo il Sogno: a Chaillot fino al ’94

Il Grand Magic Circus ha finito di esistere | pag. 36

«Ogni volta che si parlava di lui mi sembrava di ascoltare il mio necrologio. Ma la famiglia è sempre quella, abbiamo tanti abbonati quanto la Comédie e daremo al nostro pubblico Shakespeare, Molière, Hugo – Il Teatro d’Europa? Ma tutti i teatri debbono essere teatri d’Europa!»

Ruiz, il Marocco, Zingaro

A Volterra adesso Bacci vuole aprire al mondo | pag. 37

Ancora un grande festival, ma…

Avignone: una riconferma ma progetti di rinnovamento | pag. 38

L’edizione ’90 ha avuto i suoi punti forti nello Shakespeare fiabesco di Savary, nel Molière di Vincent e nella saga del Ramayana – Spazio alla drammaturgia dell’Est, ma la vera sorpresa è stata uno spettacolo di mezz’ora – Crombecque preomette: Müller e forse Brook l’anno prossimo.

Trasferta di Venetoteatro a Parigi

Le Baruffe del Goldoni per l’amicizia Venezia-Parigi | pag. 39

Borgio Verezzi: anche cinema ma con riferimento al teatro | pag. 40

Umberto Orsini l’attore premiato – Originale rassegna di film interpretati da attori della scena – Alla ricerca di nuovi palcoscenici en plein air.

L’intervista

Conversazione a cuore aperto col premio Duse ’90

Lucilla Morlacchi una e centomila | pag. 41

“Luchino Visconti mi ha insegnato che un’attrice è se stessa e mille donne, che il palcoscenico ti libera dalla vergogna di vederti quando non ti piaci e dal pudore di vederti quando ti piaci” – “Dopo la morte di Parenti ero in ginocchio, Castri mi ha presa per i capelli e mi ha gettata nell’universo di Genet” – “Dopo aver lasciato la casa di ringhiera in cui sono nata il teatro è diventato la mia famiglia” – La fiducia del “signor Luchino”, l’esempio di Stoppa e della Morelli, gli anni dell’impiego con Squarzina, il sodalizio con il Pier Lombardo. E le presenze nel cinema e in televisione. Adesso, una maturità che le dà forza per il futuro.

L’intervista

Un premio Duse che onora l’impegno | pag. 42

Danza

La lunga estate della danza

La calata in Italia di russi e spagnoli | pag. 45

Soltanto la nouvelle dance ha faticato a trovare un pubblico – Béjart sulle piramidi, Dupond fra Salomé e Erode, diavoli al ritmo del flamenco.

Asti, Fiesole, Castiglioncello e dintorni

La nuova danza dieci anni dopo

  | pag. 46

Ritorni

1889: con Papa Hamlet una rivoluzione nel teatro

Ha cent’anni l’ostinata battaglia di Arno Holz | pag. 47

L’equazione dell’autore dello sterminato Hignorabimus (Arte = Natura = X) postulava uno stile che fosse la trascrizione ritmica della realtà, e le si avvicinasse senza però imitarla – La famiglia Selicke come Natale in casa Cupiello – Incompreso in vita, Bjarne Holmsen (questo era il suo vero nome) morì sognando una gloria postuma. Poi è venuto Ronconi.

Critiche

Giorgio Manganelli e il teatro

Otello visto dalla parte di Jago   | pag. 49

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Il dio Ercole di Molière vola sui pattini a rotelle | pag. 51

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Il testamento di Strindberg un viaggiatore dello spirito | pag. 52

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Sussurri o grida all’Out Off

Da Canetti a Beckett eros, incomunicabilità e follia | pag. 56

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Mentre prosegue la ricerca sul Faust

Il Piccolo Teatro apre al drammaturgo italiano

  | pag. 58

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Biblioteca

Novità sullo scaffale – Schede | pag. 59

Confessione di Vaclav Havel

Contro il totalitarismo la coscienza dell’assurdo | pag. 60

Eletto alla presidenza della Repubblica, il commediografo ceco spiega come abbia trovato nel teatro l’arma della libertà, ed enuncia una «rivoluzione esistenziale» senza violenza, basata sul rispetto della persona.

Consegnato a Havel alla Scala il premio Montegrotto-Europa ’90 | pag. 60

Da Interrogatorio a distanza

Havel: la catarsi nasce dall’assurdo | pag. 60

Studi su Goldoni in vista del Bicentenario

Un uomo senza qualità con la grazia del genio | pag. 61

Gli ultimi contributi di Ferrone, del francese Jonard e di Torresani – Un’operazione convergente contro troppi stravolgimenti critici – Grande non perché vicino a Molière, ma perché scrisse un’opera diversa.

Una biografia di Mario Nicolao

Dietro la maschera di Rossini l’angoscia del destino di artista | pag. 63

Tre volumi sul teatro del secolo

Bertani, Antonucci e Puppa fra la critica e la saggistica | pag. 64

Cronache

La comédie dopo Vitez

  | pag. 65

Exit

Sacha Pitoëff: epilogo di una dinastia e di un’epoca | pag. 65

Montegrotto

“Attori di domani” a Montegrotto Terme

  | pag. 66

Cronache

Scambi europei | pag. 68

A Dario Fo il premio Simoni | pag. 68

A Cordelli e De Chiara il Fondi la Pastora 1990   | pag. 68

di A S

Teatromondo

Un drammaturgo tedesco della provocazione

Kroetz: fare teatro è come montare un motore | pag. 69

Autore di cinquanta testi teatrali, romanziere e poeta, regista anche cinematografico, Franz Xaver Kroetz ha fatto parte con Fassbinder, Speer e la Fleisser del movimento detto del Recinto di sabbia, che intendeva rivolgersi a quel quaranta per cento di tedeschi digiuni di teatro – In questa conversazione con la sua traduttrice in Italia parla degli affannosi esordi, rende omaggio al neorealismo italiano, esalta la produzione dell’Off e denuncia il «regno della noia» installatosi sui palcoscenici di Stato.

Traduzione dal tedesco di Luisa Gazzerro Righi

Due poesie inedite di Kroetz: Metempsicosi e Il pane della pausa | pag. 70

Il testo

Un atto unico di Franz Xaver Kroetz

La lingua degli stranieri | pag. 72

Titolo originale Ausländerdeutsch, traduzione di  Luisa Gazzerro Righi. Per gentile concessione dell’autore.

Commedia di Andrea Jeva (collaborazione di Giampiero Solari)

Cuccioli | pag. 74

L’autore sulla commedia | pag. 77

Cuccioli: quasi un giallo dove tutto è inafferrabile

| pag. 79

Premio Flaiano 1990

Capriccio in la minore, commedia in due tempi con un prologo e un epilogo di Leopoldo Trieste | pag. 92

Calendoli intervista il vincitore del Flaiano

Eclissi e rinascita di Leopoldo Trieste | pag. 94

Dopo l’esordio folgorante nel dopoguerra  con La frontiera e Cronaca, lodato da Bontempelli, conteso dai teatri di Roma e Milano, lo scrittore era stato dimenticato e si era rivolto al cinema, come sceneggiatore e attore – Oggi, premiato per Capriccio in la minore, torna al vecchio amore per la scena. Con una dozzina di commedie che ha nel cassetto.

L’intervista Aspettando, Sereno | pag. 95

Un autore-attore conteso dal cinema

Il Capriccio di Trieste | pag. 98

Leopoldo Trieste, o la vita come avventura culturale

  | pag. 103

I cartelloni

| pag. 109

In copertina

Per ricordare Diego Fabbri: ritratto di Vannetta Cavallotti per Hystrio, offerto alla Fondazione Fabbri | pag. 999

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