Vetrina
Teatro Valle Occupato nemo propheta in patria | pag. 3
La Fondazione Teatro Valle Occupato non sarà riconosciuta, è questa la posizione del Prefetto di Roma. Eppure, il Teatro conquista all’estero il Premio Ecf. L’idiosincrasia delle istituzioni è un vizio tutto italiano che nasconde una visione retriva del diritto, come ci spiega Ugo Mattei.
Rafael Spregelburd, ovvero la scienza, l’arte e l’imprevedibilità della realtà | pag. 5
Il drammaturgo argentino, già ospite a Udine per l’Ecole des Maîtres, torna nella città italiana per mettere in scena la sua ultima e destabilizzante “visione”. Scambiare opinioni con lui, è sempre un viaggio nel sapere e nel mondo di oggi. E anche di domani.
Palermo, Stabile in movimento la nuova vita del Teatro Biondo | pag. 7
Con l’insediamento del nuovo direttore Roberto Alajmo e di Emma Dante, artista residente,lo Stabile siciliano si rimette in gioco per uscire dalla decadenza, in cui era sprofondato negli ultimi anni, e riconquistare credibilità e pubblico.
Nel labirinto dei premi teatrali c’è bisogno di regole chiare | pag. 9
Molti, troppi sono ormai i premi teatrali. Se di per sé la cosa non stupisce e può essere considerata una ricchezza, vero è che spesso autorevolezza e credibilità vacillano, anche tra istituzioni “storiche” come l’Ubu.
Teatromondo
Parigi, la lunga notte della democrazia e la partita a scacchi dei sentimenti | pag. 10
Ricca di sollecitazioni, la stagione invernale parigina ha presentato grandi nomi della scena internazionale: Ostermeier, Braunschweig, Bondy e Barberio Corsetti. Grandi capolavori interrogano il mondo contemporaneo, tra comizi e rimpianti, tragedie pubbliche e vita privata, false confidenze e sposi in fuga.
Zapping berlinese, tra gag da circo e le (solite) atmosfere pop-kitsch | pag. 13
Una panoramica sulla stagione della capitale berlinese, dove il pubblico si diverte con Herbert Fritsch alla Volksbühne, si fa spiazzare dai poliziotti di Castellucci alla Schaubühne e medita sui drammi della post-migrazione con Calis, di scena al Deutsches Theater.
Viaggio nella Heimat macedone crocevia tra Adriatico e Mar Nero | pag. 15
Tra memoria e rimozione del passato, la Macedonia cerca un’identità e un posto nel mondo. A giocare un ruolo centrale in questo percorso ci pensano il Teatro Nazionale e quello indipendente, resistendo alle tentazioni nazionaliste, alla mancanza di risorse, ma contando su un inesauribile fervore creativo.
Gocce sulla pietra e anticorpi artistici
quando fare teatro è questione di sopravvivenza | pag. 17
Nei territori occupati e nei campi profughi palestinesi fare teatro equivale a sfidare la guerra e a resistere, preservando la propria umanità. Ne sono prova vivente il Freedom Theatre di Jenin, lo Yes Theatre di Hebron e l’Al Harah di Beit Jala, con il suo recente Shakespeare’s Sisters.
Teatroragazzi
Miti e strane macchine, le storie Arrivano dal Mare! | pag. 19
Al festival romagnolo è protagonista la narrazione, tra workshop, spettacoli ed esperimenti, con artisti e operatori provenienti da tutta Italia.
Humour
glossip
Galileo Galivoi e Cecil Buonarroti De Mille: Merda d’Artista o Artisti di M***a? | pag. 23
Dossier: Teatro inglese 2.0
a cura di Laura Bevione, Giulia Morelli
Negli anni Novanta alcuni giovani autori promossero un cambiamento significativo nella drammaturgia britannica. Sarah Kane, Philip Ridley, Martin Crimp, Mark Ravenhill, e molti altri, sostituirono i dialoghi “educati” e il gelido understatement tipicamente british, con grida e violenza, situazioni estreme e feroci. Etichettato come in-yer-face, questo teatro trovò casa su alcuni palcoscenici, in primis quello del Royal Court, con nuovi drammaturghi, decisi a raccontare le crisi e i traumi della società nata a cavallo del secondo millennio. Che cosa resta di quell’esperienza?
Anni ’90, la rabbia giovane che incendiò la cool Britannia | pag. 25
Lo studioso Aleks Sierz, primo teorico del teatro in-yer-face, rievoca le origini e illustra gli sviluppi e le derive di una drammaturgia che, insofferente a perbenismo ed equilibrio, decise di sbattere letteralmente in faccia agli spettatori il degrado sociale prodotto dalla violenza economica.
Royal Court, Gate Theatre, Bush, Arcola, Soho…
i luoghi della drammaturgia contemporanea | pag. 31
Da oltre cinquant’anni alcuni dei principali teatri inglesi sostengono e producono la nuova drammaturgia, tra alti e bassi, sperimentazione e tradizione, con una certa attenzione al sociale e una recente apertura alla scena europea.
Dialogo (complicato) tra i massimi sistemi del teatro britannico | pag. 33
Un sistema teatrale dinamico e solido, quello d’Oltremanica, in cui l’intervento pubblico a sostegno della scrittura drammatica e dell’innovazione è stato sempre protagonista, pare ora messo alle strette dall’austerity del governo. Ma le reazioni non si sono fatte attendere.
Offre lo Stato: giovani talenti a scuola di scrittura | pag. 34
Il drammaturgo e pedagogo Steve Waters racconta come avviene l’insegnamento della scrittura teatrale in Inghilterra e traccia un desolante – per noi – confronto con la situazione italiana.
Un italiano a Londra: la mirabile avventura
di un giovane teatrante al Royal Court | pag. 36
Un drammaturgo, ormai affermato, racconta la determinante esperienza vissuta come scrittore-residente a Londra e riflette sul tentativo di riprodurne finalità e contenuti anche in Italia.
Un maestro che non si può ignorare: Pinter e i suoi “nipoti” | pag. 37
La nota traduttrice Alessandra Serra descrive la qualità della scrittura dei nuovi autori, sottolineandone i debiti, più o meno espliciti, con il drammaturgo premio Nobel.
Profumo di curry e stile british: il teatro migrante
tra ricerca di identità e desiderio di riscatto | pag. 38
Originari dell’India e dei Caraibi, gli autori figli dell’emigrazione hanno generato un teatro legato alla comunità di provenienza, ma anche capace di riflettere problematiche e trasformazioni dell’intera società inglese.
Riscrivere Shakespeare il riscatto dei personaggi minori | pag. 40
A quattrocentocinquant’anni dalla nascita, il Bardo è ancora vitale punto di riferimento e fonte di ispirazione per i drammaturghi che, negli ultimi tempi, amano dare voce a personaggi che così si rivelano non più “minori”.
Festival e compagnie itineranti il nuovo teatro passa prima di là | pag. 42
Le spinte all’innovazione che arrivano dal Fringe di Edimburgo e dal faticoso lavoro delle numerose compagnie “di giro” stimolano la scrittura di nuovi testi e sanno anche rinnovare il gusto del pubblico, e non soltanto di quello londinese.
Traumi e ansia: come la scena del 2000
racconta una realtà caotica e frantumata | pag. 44
Dennis Kelly, Lucy Prebble, Alecky Blyte, Simon Stephens, Debbie Tucker Green e Mike Bartlett sono i nomi di spicco della drammaturgia del nuovo millennio, inevitabilmente segnata dal trauma dell’11 settembre e dalle tante crisi, economiche e ambientali, che hanno accompagnato questi difficili anni.
Sarah Kane e gli altri, dal Tamigi al Tevere
il grand tour dei british playwrights | pag. 48
L’opera di scouting condotta da Barbara Nativi alla Limonaia e la sintonia mostrata dal Teatro dell’Elfo e da Fabrizio Arcuri, ma anche le tante produzioni dettate dalla moda più che da una reale affinità con l’attuale scena britannica.
Drammaturgia
Giuliana Musso, storie di provincia e vite qualunque | pag. 52
Se non fosse una brava attrice – come in effetti è – la performer sarebbe una formidabile giornalista. I suoi spettacoli affrontano, con scienza e pathos, alcuni nodi dell’odierna società. E lei li racconta girando nei teatri del Nordest.
Teatro di figura
Jo Strømgren, il coreografo burattinaio | pag. 54
Artista fra i più eclettici, la sua Jo Strømgren Kompani ha all’attivo un centinaio di produzioni dal ’98 a oggi, ospitate nei più importanti festival internazionali. Fra coreografie, puppetry, prosa e cinema. In un approccio all’arte che unisce creatività e capacità imprenditoriale.
Critiche
Le recensioni alla parte centrale della stagione teatrale | pag. 56
Danza
Ratmansky, genio innovatore
fra realismo socialista ed echi à la Balanchine | pag. 81
Nid, a Pisa e a Pontedera una vetrina per la danza italiana | pag. 82
Torna, con un occhio al teatro danza e alle performing arts, la piattaforma Nid, ospitata quest’anno dalla Fondazione Toscana Spettacolo: quattro intense giornate in cui le compagnie, selezionate e off, offriranno il meglio di sé ai programmatori di tutto il mondo.
Lirica
Quando la regia riesce ad aprire la scatola magica del teatro lirico | pag. 84
Tra le meraviglie art nouveau della Jenůfa di Alvis Hermanis, strumenti che bruciano nel Feuersnot di Emma Dante, i trucchi video della rossiniana Pietra del paragone di Giorgio Barberio Corsetti, l’opera sembra finalmente riscoprire una profondità drammaturgica.
Exit
Addio ad Arnoldo Foà burbero gentiluomo dalla voce d’oro | pag. 86
Gli alberi di Claudio Abbado, il giardino della musica del ’900 | pag. 86
Giorgio Sebastiano Brizio l’ultimo dandy della critica | pag. 86
Philip Seymour Hoffman death of a soulman | pag. 87
Testi
I Vicini | pag. 88
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Biblioteca
Le novità del mondo editoriale | pag. 108
Società teatrale
| pag. 112
Disegnatore
Hanno collaborato
Albarosa Camaldo, Aleks Sierz, Andrew Haydon, Claudia Cannella, Diego Vincenti, Domenico Rigotti, Elena Basteri, Fabrizio Sebastian Caleffi, Fausto Paravidino, Franco Ungaro, Giulia Morelli, Giuseppe Montemagno, Hystrio, Laura Bevione, Laura Caretti, Laura Santini, Maggie Rose, Mario Bianchi, Pietro Floridia, Renato Gabrielli, Roberto Canziani, Roberto Rizzente, Silvia Poletti