Sommario: Numero 1 di gennaio-marzo 1995

Numero 1 di gennaio-marzo 1995

Editoriale

Il nuovo e il vecchio | pag. 3

La società teatrale

Contro l’immobilismo convegni e dibattiti

Per il teatro e le regioni non vogliono aspettare | pag. 4

Dopo la presa di posizione della Regione Toscana, da Torino e da Parma sono venute richieste di decentramento – Un documento ultimativo dei presidenti regionali che denuncia il ritorno al centralismo – Prese di posizione di Leo (Piemonte) e Corbani (Lombardia), che ha chiesto il trasferimento delle imposte dullo Spettacolo – Ardenti: “Facciamo la legge di settore”.

La filosofia della privatizzazione e la scena

Abbandonare il teatro al libero mercato? | pag. 4

“Mentre dilaga l’esortazione a privatizzare, varie voci si levano per proporre di affidare anche il Teatro di Prosa ai soli esiti di mercato: quali guasti o quali vantaggi sono a suo parere ravvisabili in tale disegno?” – Abbiamo rivolto questa domanda ad alcune figure del mondo teatrale: iniziamo con le loro risposte una inchiesta e sollecitiamo l’invio di libere opinioni Intervengono Gastone Geron, Luigi Lunari, Giuseppe Manfridi, Valeria Moriconi, Carlo Maria Pensa, Giorgio Prosperi, Enzo Siciliano, Luigi Squarzina, Renzo Tian.

Un censimento dei piccoli e medi palcoscenici

Ecco i nuovi spazi per i nostri autori | pag. 6

L’Associazione Sindacale Scrittori di Teatro sta inventariando, regione per regione, i teatri locali che, spesso male o punto utilizzati, potrebbero essere destinati alla drammaturgia italiana contemporanea – I primi dati, e il “caso Piemonte”, consentono già di prevedere un circuito di oltre cento sale.

Lo spettacolo e le realtà di territorio

I piccoli teatri sono vivi | pag. 8

Hystrio comincia, e proseguirà, un’inchiesta sui teatri medi e piccoli della provincia italiana, e interroga coloro che ne sono responsabili in vista del loro sviluppo, nel quadro di un rafforzamento delle funzioni e delle responsabilità degli enti e delle strutture di territorio nel campo dello Spettacolo. Cominciamo con tre teatri toscani: il Teatro Francesco di Bartolo di Buti (Pisa), il Teatro dei Ricomposti di Anghiari (Arezzo) e il Teatro dei Concordi di Campiglia Marittima (Livorno). Per il tramite di Francesco Tei abbiamo posto una serie di domande precise: 1)cenni sulla storia del teatro e due vicissitudini; 2)criteri di gestione; 3)caratteristiche della programmazione; 4)spazi eventualmente dati alla nostra drammaturgia contemporanea; 5)reazione dinnanzi ad un’eventuale progetto di consorziare questi tipi di teatro; 6)giudizio d’insieme sulla qualità dell’uso di questi palcoscenici nel sistema teatrale italiano. Anna Cremonini, dal canto suo, ha posto domande analoghe ai responsabili dei due teatri dell’Emilia, il Magnani di Fidenza (Parma) e il Comunale di Casalmaggiore (Cremona). Sono stati intervistati Maria Cristina Ghelli (Responsabile della programmazione del Teatro dei Ricomposti di Anghiari), Carla Cropera (Responsabile dell’Ufficio Cultura del Comune di Fidenza), Paolo Pierazzini (Direttore del Teatro dei Concordi Campiglia Marittima), Dario Marconcini (Direttore artistico del Teatro Francesco di Bartolo di Buti), Ermanno Romanetti (Responsabile della gestione e della programmazione del Teatro Comunale di Casalmaggiore).

Ugo Chiti sul suo lavoro di drammaturgo

Quanto costa il piacere di scrivere in toscano | pag. 11

“Abbiamo scelto di essere una voce del teatro delle lingue regionali, ma la successo ripostato nelle tournées ha fatto riscontro, paradossalmente, una sottovalutazione nel territorio” – Le 230 repliche di La provincia di Jimmy.

Seconda edizione del convegno sulle etnie teatrali

Incontri all’”Albergaccio” sulle lingue del teatro | pag. 12

Si è lanciata una proposta di un interscambio fra realtà produttive di diverse regioni – Letture da Testori, Santarelli, Gadda, Chiti e Benvenuti – La necessità di ridisegnare una mappa dell’accesso ai circuiti e ai contributi

In discussione

Il futuro di ridisegnare per il teatro di prosa

Mezzo secolo di rinvii | pag. 14

La ricerca della legge mai varata per la regolamentazione dell’attività drammatica in Italia compie cinquant’anni: è l’età della saggezza ma può anche essere quella dell’arteriosclerosi – Sette punti per cercare di fare luce.

Stabili

Intervista con il Presidente Franco Ruggeri

Teatri D’Arte: gli stabili cambiano nomi e funzioni | pag. 17

La nuova etichetta “Associazione nazionale Teatri d’Arte drammatica” non è una semplice operazione nominalistica – Si vuole ribadire, in questo modo, che le strutture pubbliche hanno dei compiti diversi dal teatro di mercato – L’importanza dei rapporti con il territorio, il ruolo del drammaturgo, la parte della formazione e della ricerca – Il pericolo è nel centralismo burocratico.

Scena sud

Alcuni interrogativi sulle nuove competenze

Ma le regioni sono pronte per gestire lo spettacolo? | pag. 20

Mentre dovrebbe finalmente concludersi la lunga fase provvisoria, e negativa, dei decreti legge, è opportuno chiedersi se tutte le amministrazioni regionali stiano preparandosi con il dovuto impegno al cambiamento – La situazione in Campania, il silenzio dell’assessore e i no comment dei funzionari.

La riforma del teatro e il mezzogiorno

Il vecchio e il nuovo nelle regioni del sud | pag. 22

Cominciamo un’indagine fra gli addetti ai lavori per capire se e come la tendenza, altrove manifestatasi, di rafforzare le autonomie regionali nel campo dello Spettacolo stia affermandosi anche nel Meridione – Le prime risposte dalla Campania, dalla Puglia, dalla Basilicata e dalla Calabria. Il movimento per una riforma del sistema teatrale italiano attraverso il decentramento si è manifestato soprattutto nel Centro-Nord. Meno evidenti, finora, i segnali provenienti dalle regioni del Mezzogiorno. Scenasud ha voluto perciò sondare, in alcune regioni del Sud, gli attegiamtni di amministratori, funzionari ed esperti, per avere un quadro della situazione e dare conto di eventuali movimenti riformatori analoghi a quelli manifestatisi nei recenti convegni promossi in Toscana, in Piemonte e in Lombardia. Come le Regioni del Meridione si preparano – se si preparano – ai nuovi compiti? A che punto sono le legislazioni regionali sullo Spettacolo? Quali dovrebbero essere, a detta degli interpellati, le funzioni regionali nel settore, distinte da quelle del governo centrale? Come viene considerata l’ultima circolare governativa? Debbono, gli esperti, poter contare su ruoli meglio definiti? È opportuno istituire, per il teatro, una authority regionale come si è fatto in Toscana? A queste domande hanno risposto addetti ai lavori della Campania, della Pugli, della Basilicata e della Calabria. L’inchiesta continua.

Tato Russo sul decentramento teatrale

Teatro delle regioni ma insieme ai teatranti | pag. 24

Il direttore artistico del Bellini concorda su una responsabilizzazione degli enti di territorio ma chiede che non si escluda un governo centrale dello Spettacolo – Carenza di una legislazione regionale e di progetti di qualità in Campania – Urge chiarezza nei ruoli di politici, operatori ed esperti.

La lezione di film come Rasoi e Le Buttane

Dal teatro al cinema: i casi Martone e Grimaldi | pag. 25

Da Carosello napoletano di Giannini a Luci del varietà di Fellini e Lattuada c’è sempre stato un rapporto fra la scena meridionale e la macchina da presa – Anche oggi due pellicole di forte presa, e dal nuovo linguaggio, hanno rinnovato i legami fra la teatralità del Sud e la nuova cinematografia.

La questione della successione a Giusto Monaco

Il Gran Teatro dell’India aspetta il suo Presidente | pag. 27

L’illustre regista Umberto Albini è da tempo designato in pectore a ricoprire l’incarico ma – come dice scherzando- “l’oracolo di Delfi resta oscuro” – Seneca e Menandro figurano nell’edizione 1995 del ciclo classico latino.

Exit

Lutto allo Stabile di Catania | pag. 28

Giuseppe Di Martino, un maestro che diresse grandi attori

Scena sud

Intervista a Taormina al vincitore del Premio Europa

Müller: io, comunista sperimentale, classico | pag. 29

Dalla parte di Marx contro Lenin il co-direttore del Berliner, che constata la perdita di valore dell’intellettuale nella società – “Quella del regista non è una professione, è una malattia. La televisione?Annulla la memoria”

Breve storia del Teatro Puck di Risceglie | pag. 31

di M.V
Quattro intense stagioni tra spettacoli e seminari

In attesa di un risveglio delle istituzioni

Riattivare le risorse del teatro in Puglia | pag. 32

La Compagnia Teatro Puck ha organizzato una serie di week-end di studio con alcuni maestri della scena italiana – da Albertazzi a Fantoni, da Piera degli Esposti a Carlo Giuffrè – che saranno in cattedra da marzo a giugno.

Risceglie: a scuola di teatro con gli addetti ai lavori

Maestri della scena tra cultura e spettacolo | pag. 33

Una storia vivente del Teatro raccontata dai protagonisti – Attori, registi, operatori e docenti capeggiati dalla maschera di Arlecchino per tentare di ridefinire il ruolo e il valore dell’arte scenica nella società contemporanea.

Un convegno a Sassari

Etnie teatrali a confronto per rinnovare la scena europea | pag. 34

Un convegno a Sassari

Etnie teatrali a confronto per rinnovare la scena europea | pag. 34

Teatro carcere

Il convegno di Milano “Theatre and prison”

“Il teatro mi ha aperto le porte della prigione” | pag. 36

“Mi ha insegnato quasi ha godere quei giorni disperati, a esprimere col corpo ciò che sentivo, a gridare (in carcere non si può) e a buttare fuori ciò che avevo dentro” – Intorno alla relazione di Meldolesi tre giorni di discussioni e di progetti, le esperienze inglesi, tedesche e francesi, le testimonianze di Judith Malina e Eugenio Barba, le promesse del Ministero della Giustizia.

Dalla relazione di Claudio Meldolesi | pag. 37

Immaginazione contro emarginazione

L’impegno del Ticvin dopo il convegno | pag. 38

Adesso per il teatro nel carcere è necessario un progetto pilota

La recita come terapia rigeneratrice per i detenuti

Sussurri e grida dal buio del carcere | pag. 39

Una sera di nebbia a San Vittore: salpa la Nave dei folli e comincia per i prigionieri un viaggio sul mare ignoto in una realtà virtuale, fra le tempeste della vita che hanno provocato piccoli e grandi naufragi – L’immaginazione contro le fantasticherie autolesionistiche, per liberare forze rigeneratrici.
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