1996 - 1
gennaio | marzo

Lo spettro della rosa

Numero personaggi: 0
di Maura Del Serra

Personaggi

Autopresentazione

Breve atto unico denso di risonanze polifoniche nel suo “dialogo a una voce”, LO spettro della rosa evoca le ombre-voci familiari, ambientali ed epocali che popolano il teatro della coscienza lacerata di Vaslav Nijinskij – l’idolatrato dieu dans la danse della Belle Epoque, étoile geniale e creativa del Balletti Russi – travolta dallo strazio collettivo della Grande Guerra e della Rivoluzione d’ottobre, e da quello personale della crisi del tormantato rapporto artistico-erotico con Serghej Diaghilev, l’altrettanto geniale ma ben più accentrante manager dell’impresa artistica più poliedrica e innovatrice (oggi diremmo multimediale) dei primi due decenni del Novecento. Latamente ispirato alla biografia di Nijinskij, scritta in inglese negli anni’30 dalla moglie, la ballerina Romola De Pulsky (il matrimonio con la quale fu la causa scatenante della rottura fra Nijinskij e Diaghilev nel 1913) nonché al diario steso dal grande ballerino nel 1918-19, alle soglie della dissociazione psichica e delle lunghe, vane peregrinazioni fra le cliniche ed i più illustri psicanalisti europei – diario anch’esso curato e tradotto, ma non integralmente dalla moglie: solo di recente ne è stat edita la versione non tagliata – Lo spettro della rosa é un’opera in cui ho mirato, come in altri niei testi, frammenti di un ideale “teatro dello spirito” che si muove fra storia e mito, analisi del profondo e sintesi poetica, a tradurre e ricomporre empaticamente il “rovescio” mondano dell’avventura di Nijinskij (la caduta vertiginosa quanto l’ascesa, l’apparente caos della schizofrenia) in un aginico ma coerente “diritto”: un itinerario conflittualmente separato dal mondo (” il Nijinskij dei Balletti Russi”) attrraverso l’identificazione oblativa col divino universale (“il Nijinskij di Dio”) condotta fino a sentirsi “Dio in carne e sentimento” immerso – non diversamente dai mistici di ogni tempo e tradizione – nell’informale, travolgente pienezza della vita cosmica, nel ritmo tragico-giocoso di una danza ormai negata al corpo esiliato e recluso, al personaggio divenuto creatura inerme e amorosamente ferita sulla via imperscrutabile della salvezza.
Maura Del Serra

Scheda autore

MAURA DEL SERRA insegna letteratura italiana moderna e contemporanea nell’Università di Firenze. Poetessa, drammaturga, traduttrice e critico letterario, ha pubblicato le raccolte poetiche: L’arco; La gloria oscura; Concordanze, Meridiane; Infinito presente (Firenze; Giuntina, 1978, 1983, 1985, 1987, 1992); Sostanze, Fondi, Confronto, 1992; Corale, Roma, Newton Compton, 1994; Dietro il sole e la notte, Mosca, Elia-Arto, 1994 e poesie in riviste e antologie italiane e straniere. Recente la plaquette Aforismi, Pistoia, Via del Vento Edizioni, 1995.
Per la critica letteraria si ricordano i volumi: L’immagine aperta – Poetice=a e stilistica dei “Canti Orfici”, Firenze, La Nuova Italia, 1973; Campana, ivi, 1974; Clemente Rebora – lo specchio e il fuoco, Milano, Vita e Pensiero, 1976; Pascoli, Firenze, La Nuova Italia, 1976; Ungaretti, ivi, 1977; L’uomo comune- Claudellismo e passione ascetica di Jahier, Bologna, Pàtron, 1985, e saggi sul La Maddalena, Nietzsche e i pitagorici, Jacopone, Vico, Foscolo, Collodi, Evola, Boine, Panzini, Proust, Woolf, Onofri e Solov’ev, Montale e Borges, Betocchi, Landolfi, Pasolini, Caproni, Penna, ecc. in riviste e volumi collettivi.
Fra le traduzioni dal tedesco, inglese, francese e spagnolo/ Else Lasker Sculler, Ballate ebraiche ed altre poesie, Firenze, Giuntina, 1985, nuova edizione riveduta, ivi, 1995; William Shakespeare, Molto rumore per nulla, in Tutto il teatro, Roma, Newton Compton, ivi,1990, 1993; Marcel Proust, All’ombra delle fanciulle in fiore, ivi, 1990; Virgia Woolf, Le onde, ivi, 1992; George Herbert, Corone di lode- poesie da “The Temple”, Firenze, Le Lettere, 1993; Virginia Wollf, Una Stanza tutta per sé, Roma, Newton Compton, 1993; Virginia Woolf, Orlando, ivi, 1993; Else Lasker-Sculler, Caro cavaliere Azzurro (Lettera a Franz Marc), Pistoia, Via del Vento Edizioni, 1995; e in rivista, versioni da Gertrud Kolmar, Francis Thompson, Simone Weil, Juana Inés de la Cruz e Jorge Luois Borges.
Per il teatro, oltre al testo pubblicato, ha scritto: La Minima, in Hystrio n. 4, 1991; L’albero delle parole, Catanzaro, Rubettino, 1990; La Fenice, Siracusa, Edizioni dell’Ariete, 1990; La fonte ardente – Due atti per Simone Weil, in Hystrio, n. 4, 1991; Il figlio, in Oggi e domani, n. 10, 1992; Stanze, versi per un balletto, in Hystrio, n. 1, 1994; la favola drammatica Specchio doppio, in Astolfo n.2, 1995; il dramma Andrej Rubliòv; la commedia drammatica Agnodice; Kass, dedicato a Katherine Mansfield e il mito futuribile La Guerra di sogni.
Per la sua attività ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali i premi: “G.Dessì”, “A.Gatto”, “L.De Libero” e i premio internazionale “E.Montale”, per la poesia; il “Tagliacozzo” per la critica letteraria; il “C.Betocchi” per la traduzione; il “Giangurgolo” e il premio internazionale “Flaiano” per il teatro. Suoi testi poetici e teatrali sono stati tradotti in inglese, tedesco e russo.

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