1997 - 1
gennaio | marzo

Io, Semmelweis

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di Salvo Bitonti

Personaggi

Autopresentazione

UN TEATRO DELLA CRUDELTA’ NECESSARIA
La tesi di laurea di Louis-Ferdinand Céline, il poeta più contraddittorio e discusso della letteratura francese modema, fu dedicata nel 1924 ad una inquietante e misteriosa figura di scienziato: Orazio Filippo Semmelweis (1818-1865). Il dottor Semmelweis, nella prima metà del secolo scorso a Viama, fu lo scopritore della causa della terribile febbre puerperale che nel corso dell’Ottocento aveva mietuto un numero impressionante di vittime fra le partorienti. In un’epoca positivista, ma nella realtà contraddistinta da una diffusa cecità scientifica, egli, prima ancora delle scoperte di Pasteur sulla vita dei microbi, intuì l’importanza medica della pratica della disinfezione. Spirito in preda a un’incessante sete di ricerca, per primo osservò che le gestanti erano visitate spesso da medici che avevano appena sezionato cadaveri, senza prendere alcuna precauzione igienica. La sua intuizione, apparentemente semplice – «Le mani, per semplice contatto, possono infettare» -, era in contrasto con la concezione filosofica della medicina del tempo che considerava nascita e morte come aspetti di un unico momento. Il suo desiderio d’imporre la prassi della disinfezione fu il motivo dell’ostilità del mondo scientifico e la causa della sua inarrestabile rovina. La storia di Semmelweis, in questa piccola prima opera dell’autore di Morte a credito, ha necessariamente una intensa valenza di teatralilà. La splendida sintassi céliniana (La petit musique) che alterna ritmi lievi ad accensioni di violenza espressività, evidenzia in questa elaborazione drammaturgica del testo tutta la forza di una potente vicenda scenica. Semmelweis ha la grandezza tragica di un Edipo o di un’Antigone: la peste puerperale, i catini come ricordo di antichi lavacri purificatori, l’implacabile persecuzione dell’eroe puro, il delirio e la follia mortale, l’infezione come colpa assoluta del mondo. Nel grande teatro anatomico, luogo simbolico e rituale di un teatro della crudeltà necessaria, al tormentato Semmelweis si sostituisce e si confonde a tratti il destino di Céline stesso, uomo enigmatico con il suo desiderio costante di persecuzione, di isolamento e di angosciosa ossessione della morte.
Salvo Bitonti

Scheda autore

SALVO BITONTI, nato a Siracusa nel 1961, è laureato in Metodologia della critica dello spettacolo (corso Dams dell’Università di Bologna) con una tesi sulle rappresentazioni classiche a Siracusa. E’ stato assistente di numerosi registi tra cui Otomar Krejca. Ha realizzato una trentina di regie teatrali. Fra le sue messinscene ricordiamo: Andromaca di Racine, nella traduzione di Mario Luzi, con Anna Teresa Rossini e Osvaldo Ruggeri; la prima rappresentazione assoluta di Hystrio di Mario Luzi a Siracusa e al Teatro Quirino di Roma con Paola Barboni; Ifigenia in Tauride di Goethe al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con Elena Croce ed Edoardo Siravo; Ornifle di Anouilh con Raf Vallone ed Il picciol dio d’amor da Shakespeare, per il Festival Internazionale delle Arti Barocche a Genova e Roma; ed ancora Storia di Sant’Onofrio, sacra rappresentazione del XVI sec. al Chiostro di Sant’Onofrio di Roma per l’lstituto del Teatro Medievale e Rinascimentale. Fra gli autori italiani rappresentati: Mara Luisa Spaziani (Giovanna D’Arco, con Rosa Di Lucia, al Festival di Todi), Ugo Ronfani (L’isola della dottoressa Moreau, con Paola Gassman e Ugo Pagliai, L’acqua, i sogni, con Giancarlo Dettori e Franca Nuti al Teatro Studio del Piccolo di Milano). Fra i suoi testi rappresentativi: Sesso, bugie e videotapes liberamente ispirato al film omonimo, con Antonella lnterlenghi; Colloqui d’amore con traduzioni poetiche realizzato insieme a Raf Vallone. Recentemente ha portato sulle scene una libera trasposizione in versi di Orlando dal romanzo di Virginia Woolf con Cristina Borgogni. Svolge attività seminariale presso l’lstituto Superiore di Giornalismo dell’Università di Urbino ed è docente di Storia dello Spettacolo e Tecniche della Regia nelle Accademie di Belle Arti.

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