Sommario: Numero 2 di aprile-giugno 2022

Vetrina

Centrale Fies, Live Works vol.7 (foto Roberta Segata).

Tiago Rodriguez (foto Roberta Segata).

 

Hystrio Festival, una nuova casa
per il meglio della scena under 35 | pag. 2

Giovani compagnie, attori, drammaturghi, organizzatori. A loro Hystrio dedica la sua nuova “creatura” che vedrà la luce il prossimo settembre al Teatro Elfo Puccini di Milano. Una sfida, un sogno, un progetto per dare sostegno e visibilità alle eccellenze under 35 del teatro italiano.

di Claudia Cannella

Torna Godot, con la regia di Beckett
l’inedito director’s cut arriva in Italia | pag. 4

Esce in Italia l’ultima versione di Aspettando Godot, riveduta da Beckett. Una pubblicazione della Cue Press, nella traduzione di Luca Scarlini, che apre le porte del laboratorio di regia dello scrittore a lettori, studiosi, e ancor più a registi e attori italiani.

di Laura Caretti

L’Europa di Tiago Rodrigues,
un portoghese tra Ginevra e Avignone | pag. 6

Il regista di Lisbona è stato appena nominato direttore del Festival di Avignone per il quadriennio 2023-26, un’avventura che già considera “indimenticabile”. E intanto debutta con il suo nuovo, quanto mai attuale, progetto Dans la mesure de l’impossible.

di Roberto Canziani

Raccontare le rovine e il sangue,
dai territori dell’impossibile | pag. 7

di Roberto Canziani

Archivio Fies, navigare online
in quarant’anni di performing arts | pag. 8

Centrale Fies raccoglie in un archivio disponibile in rete le tracce dell’attività del Centro, dalla prima edizione di Drodesera Festival, nel 1980: un patrimonio policromo e vitale che testimonia l’evoluzione delle performing arts in Italia e non solo.

di Laura Bevione

L’arte transitiva di Stalker Teatro,
progettare la scena per agire sulla realtà | pag. 9

Mobile eppure radicata nel territorio piemontese, la compagnia fonda la propria pluridecennale azione su tre concetti chiave, arte-relazione-ospitalità, impegnandosi in progetti partecipati per la trasformazione dei luoghi e delle comunità che li abitano.

di Matteo Tamborrino

Nella città di Stradivari
la tradizione dialoga col presente | pag. 10

Artista e manager, Andrea Cigni, sovrintendente dal 2021 del Teatro Ponchielli di Cremona, spiega la sua idea di teatro di tradizione, in cui convivono Monteverdi e gli Anagoor, e le armonie antiche vanno in scena insieme al teatro contemporaneo.

di Nicola Arrigoni

Teatro Due Mondi: per una società
fondata sul rispetto dell’altro | pag. 11

Breve storia e progetti a venire di un battagliero ensemble che da oltre quarant’anni produce spettacoli di e in strada, teatro per le giovani generazioni e per adulti, guida laboratori per attori e non, curando progetti multidisciplinari in tutto il mondo.

di Michele Pascarella

Teatromondo

The Idiot (foto: Damir Yusupov).

Intimate Apparel, Lincoln Center Theater (foto: T Charles Erickson)

Bruxelles, una Wunderkammer
per le MicroDanze di Aterballetto | pag. 12

Otto minuti, tre danzatori, spazi ristretti: un innovativo progetto ideato da Gigi Cristoforetti per Aterballetto e Greek National Opera Ballet, esplora le frontiere della coreografia, creando formati che sconfinano nell’arte performativa e nello studio delle nuove tecnologie.

di Carmelo A. Zapparrata

Salute (del pubblico) e lavoro (dei teatri),
Vienna alla prova della ripresa | pag. 14

I teatri della capitale austriaca cercano di sopravvivere alle rigide regole anti-pandemia ricorrendo a varie strategie: in scena autori e titoli popolari, ma anche tematiche urgenti quali estremismo di destra ed eutanasia.

di Irina Wolf

Il gigante all’Opera,
Dostoevskij trionfa al Bol’šoj | pag. 16

Nell’anno del bicentenario, a Mosca il Bol’šoj omaggia Dostoevskij con una strepitosa versione de L’idiota in formato di opera. Mentre al Teatro d’Arte, al Vachtangov e al Fomenko non mancano classici rivisitati, riletture, e le geniali follie di Dmitrij Krymov.

di Fausto Malcovati

Shanta Thake, al Lincoln Center
la mente creativa di New York | pag. 18

Si è formata sul campo, al Joe’s Pub, a contatto con il pubblico. Ora Shanta Thake dirigerà uno dei più importanti complessi newyorkesi dedicati alle arti performative, con l’obiettivo di ricostruire le relazioni dopo lo sfacelo della pandemia.

di Laura Caparrotti

NEW YORK/2
Lynn Nottage, tris di debutti per l’autrice da record | pag. 19

di Laura Caparrotti

 

Humour / Glossip

Il Re Lear è nudo
lo zen e l’arte di riparare l’attore | pag. 20

di Fabrizio Sebastian Caleffi

Dossier

 

Teatro di Poesia | pag. 21

a cura di Giuseppe Liotta, Marco Menini e Roberto Rizzente

Trevi: il codice poetico?
De gustibus non est disputandum | pag. 22

Rivendicazione del comico e di una lingua piana, che superi le costrizioni del codice poetico: scrivere una drammaturgia in versi, per Emanuele Trevi, nasconde il rischio di un fraintendimento che può essere aggirato, nella messinscena, solo “tradendo” il testo.

di Emanuele Trevi e Roberto Rizzente

Dall’ascolto alla visione:
i versi non sono altro che parole | pag. 24

La storia millenaria del rapporto fra poesia e teatro, a partire dal Rinascimento e dal Cinquecento inglese, dove brillano Shakespeare, Jonson e Marlowe, passando poi per la Francia di Corneille e Racine, l’Italia di Alfieri e Goldoni e la Germania di Schiller e Goethe, fino ad approdare agli inizi del Novecento, tra Maeterlinck e D’Annunzio.

di Giuseppe Liotta

Quando i poeti siedono in platea | pag. 25

di Giuseppe Liotta

Turoldo: il frate drammaturgo
antiborghese e provocatorio | pag. 26

di Annamaria Cascetta

La poesia nel teatro ragazzi,
tra vecchie e nuove reminiscenze | pag. 27

di Mario Bianchi

Tradire, riscrivere, trasgredire:
il mestiere dei poeti-traduttori | pag. 28

Fedeli al proprio stile, i poeti tendono, nella traduzione dei testi teatrali, a tradire l’originale, assecondando il gusto personale, piuttosto che le esigenze della scena. Con un’eccezione di rilievo: Patrizia Valduga.

di Giuseppe Liotta

Da Pietra oscura a Il fiore del dolore:
la “necessità“ del teatro per Mario Luzi | pag. 29

Dettato da un’esigenza interiore, prima che dalla curiosità estetica, il teatro è per Luzi il viatico prediletto per dibattere i temi fondanti dell’esistenza umana, contro la vacuità della chiacchiera.

di Roberta Carpani

La nuova Atene di Pasolini
tra vecchie e nuove ritualità | pag. 30

Dal rinnovamento del verso teatrale alla sua “spaesante oralità”, passando dalla figura dell’attore, Gramsci, Yeats e Allen Ginsberg, Pasolini definisce un modello drammaturgico alternativo, che guarda alla tragedia attica e resiste all’omologazione.

di Stefano Casi

Giovanni Testori:
dare la parola a chi non ce l’ha | pag. 32

Dalla Trilogia degli Scarozzanti degli anni Settanta fino ai Tre lai degli anni Novanta, la poesia drammatica di Testori ha saputo ridare fiato e spessore alla parola, svilita dai media e dal Potere, radicandola nel corpo e nel vissuto dell’attore.

di Annamaria Cascetta

In principio era il verbo:
la rivoluzione di Bene e de Berardinis | pag. 34

Poeti della scena, Carmelo Bene e Leo de Berardins hanno saputo rivelare nuove e più profonde cariche di significato nei testi della tradizione, grazie all’uso accorto della luce, della musica e della phoné.

di Jean-Paul Manganaro e Laura Mariani

Il teatro-poesia di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari | pag. 35

di Angela Albanese

Dare forma al disordine: la poesia
ˮnovissimaˮ di Sanguineti e Balestrini | pag. 36

Avversi tanto all’impoverimento del linguaggio poetico quanto alla caduta di senso nella società borghese, Sanguineti e Balestrini reagiscono con modelli letterari nuovi, in cui il montaggio dei materiali è affidato al pubblico o alla macchina.

di Maria Dolores Pesce

Francesca Pels: il poetry slam, questo sconosciuto | pag. 37

di Ira Rubini

Suggestioni emiliano-romagnole:
la poesia felix di Gualtieri e Roversi | pag. 38

Letteraria o performativa, aulica o popolare, la poesia di Mariangela Gualtieri e Roberto Roversi ha indicato, a dispetto delle contaminazioni, nuove e originali vie per parlare di sé e della Storia.

di Gerardo Guccini

Giuliano Scabia:
un teatro pieno di vento | pag. 39

Condizione dell’essere, prima che tecnica, la poesia è per Scabia il viatico per accedere a nuove e più profonde sfere del vivente, che il teatro si limita a tradurre in linguaggio.

di Marco De Marinis

Lingua, carne, soffio: il teatro napoletano
fra tradizione e avanguardia | pag. 40

Composti in una lingua ibrida, stratificata, o desunti dalla tradizione europea, i testi di Moscato, Borrelli e Silvestri piuttosto che i pastiche di Neiwiller trovano nella messinscena una compiuta ed esclusiva ragione d’essere.

di Giusi Zippo

Franco Scaldati: il giardino dove non si muore mai | pag. 41

di Filippa Ilardo

Tiezzi: Dante? Un ordigno linguistico
da smontare e approfondire | pag. 42

A distanza di trent’anni Federico Tiezzi riporta in scena le tre Cantiche della Divina Commedia, scritte da Sanguineti, Luzi e Giudici. Il regista ce ne parla soffermandosi su ciò che è mutato nel suo rapporto con la tecnica della poesia e con la lingua.

di Federico Tiezzi e Marco Menini

Trionfo o tonfo:
la poesia secondo Latella | pag. 43

Antonio Latella parla del suo rapporto con la materia poetica, attraverso il confronto con i grandi italiani (Dante, Tasso, Pasolini, Testori), e dell’importanza, nel suo lavoro, della musica pop dei cantautori.

di Antonio Latella e Federico Bellini

La rima in musica: viaggio
nel teatro ˮleggeroˮ del secolo breve | pag. 44

Presente tanto nel teatro-canzone quanto nel cabaret e nel varietà, oltre che nei testi di Fo e Brecht, la rima è stata utilizzata in chiave prevalentemente comica, spesso per esprimere gli stati d’animo dei personaggi.

di Sandro Avanzo

Censura, repressione e poesia
dagli zar ai giorni nostri | pag. 45

Dai canti epici medievali alla “letture salottiere” settecentesche, fino agli spettacoli di Ljubimov e Fomenko, la poesia ha rappresentato per il popolo russo di ogni classe sociale uno sfogo contro la violenza e l’oppressione.

di Fausto Malcovati

In principio era Shakespeare:
splendori e miserie del blank verse | pag. 46

Il Novecento ha sgretolato progressivamente la tradizione anglosassone del verse drama, alternando con oscillanti fortune il revival alla reinvenzione radicale, fino alle prove liminali di Caryl Churchill, Sarah Kane e Kae Tempest.

di Laura Bevione

Bertolt Brecht e Heiner Müller:
l‘eredità del teatro di poesia tedesco | pag. 48

Goethe, Schiller, Kleist, Brecht e Müller: il teatro di poesia tedesco è, per il drammaturgo del Berliner Ensemble, Bernd Stegemann, meno rilevante rispetto al teatro post-drammatico.

di Bernd Stegemann e Ira Rubini

«Dire cose che non sappiamo dire»
García Lorca secondo Pasqual | pag. 49

Rappresentazione, secondo il critico Francisco Umbral, della tragicità interiore dell’autore, l’opera teatrale di Lorca ha avuto grande fortuna sulla scena italiana, grazie a registi come Carmelo Rifici, Serena Sinigaglia, Leonardo Lidi e, soprattutto, Lluís Pasqual.

di Lluís Pasqual e Sara Chiappori

Per un teatro più vero della realtà:
la ˮpoesia in scenaˮ nei Paesi francofoni | pag. 50

Antitetica alla lingua quotidiana propugnata dal naturalismo, la parola poetica viene largamente utilizzata tanto dagli autori quando dai registi francesi del Novecento, da Claudel al Cartel des quatre, fino a Koltès e Novarina.

di Gianni Poli

Il métissage con le tradizioni africane | pag. 51

di Gianni Poli

Ritratti

Ave, Collettivo LunAzione (foto: Mauro Frojo).

La filosofia del boudoir, regia di Fabio Condemi (foto: Claudia Pajewski).

Disegnare mappe a matita:
Fabio Condemi, il regista architetto | pag. 52

Nel suo immaginario ci sono Peter Greenaway e Pasolini, l’arte visiva, la fotografia, la poesia, la letteratura. Dopo gli esordi post-diploma con Barberio Corsetti, Fabio Condemi traccia, lavoro dopo lavoro, il suo personale percorso artistico.

di Lucia Medri

Andrea Pennacchi,
l‘attore che voleva volare | pag. 54

Dall’Accademia Aeronautica al Centro Universitario Teatrale, ha imparato a stare in scena da Maestri come Baliani, Paolini, Curino, Ovadia, una “bottega” di arte e di vita che lo ha trasformato in un attore capace di distinguersi in teatro, come al cinema e in tv.

di Elena Scolari

Uno spazio per tutti i nostri domani,
l‘utopia danzata di Annie Hanauer | pag. 55

Dopo l’esperienza con la londinese Candoco Dance Company, e le prestigiose collaborazioni con Charmatz, Gat e Ouramdane, la danzatrice presenta a Lugano il suo nuovo progetto dedicato alla comunità di Monte Verità.

di Lorenzo Conti

Giovanni Ortoleva, parlare del mondo
con il tragico, l‘epico e la commedia | pag. 56

Dai testi della tradizione letteraria e drammatica alle riscritture, ogni spunto è buono per il lavoro registico di Ortoleva, purché lo sguardo sia sempre lontano da terra, per sentire la vertigine creativa e restare sensibili agli stimoli della realtà.

di Matteo Brighenti

Marina Occhionero,
alle radici (dislocate) del talento | pag. 57

Diplomata alla “Silvio D’Amico” nel 2016, la giovane attrice non ha smesso un momento di crescere, dando forma alla propria vocazione attraverso esperienze diverse, dal cinema al teatro, dai giovani autori ai Maestri.

di Renata Savo

Sperimentare insieme linguaggi diversi,
è la voce unica di Collettivo lunAzione | pag. 58

Nata nelle aule del Laboratorio Permanente del Teatro Elicantropo nel 2013, la compagnia napoletana ha attraversato le fasi di una crescita artistica e poetica precisando nel tempo l’identità e la composizione del gruppo, che ora guarda al futuro.

di Alessandro Toppi

CRITICHE | pag. 60

Le recensioni degli spettacoli della seconda parte della stagione

 

VISTI IN ITALIA

Da Bob Wilson e Gabriadze a Familie Flöz,
il teatro straniero di passaggio in Italia | pag. 82

 

DANZA

La natura e l’identità dei corpi,
le suggestioni della danza contemporanea | pag. 84

Dai due trittici di Equilibrio Dinamico Dance Company e di Richard Siegal al lirismo dell’assolo di Raffaella Giordano e agli orizzonti shakespeariani di Dewey Dell, fino all’omaggio al contemporaneo del Balletto dell’Opera di Roma guidato da Eleonora Abbagnato.

di Carmelo A. Zapparrata, Paolo Crespi, Michele Pascarella

 

LIRICA

Da Milano a Palermo,sui palcoscenici d’opera
amori impossibili ed eterni contrasti | pag. 86

Dal debutto scaligero di Py alle sperimentazioni di Michieletto tra Venezia e Roma fino ai Vespri di Emma Dante, sui palchi della lirica italiana prendono forma conflitti antichi e moderni.

di Giuseppe Montemagno, Gianni Poli, Francesco Tei

 

EXIT

Dal regista multiforme all‘autore fuori dal coro,
gli artisti che escono di scena | pag. 90

Filippo Crivelli, Ezio Frigerio, Paolo Graziosi, Vitaliano Trevisan se ne vanno in questo primo frammento dell’anno. Personalità diverse, che lasciano,
ciascuna a suo modo, un vuoto sulla scena.

di Pierfrancesco Giannangeli e Roberto Canziani

 

Biblioteca | pag. 92

Le novità editoriali a cura di Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo

 

TESTI

 

La macchia | pag. 96

di Fabio Pisano

 

La società teatrale

Le notizie dal mondo teatrale a cura di Roberto Rizzente | pag. 114

Putin e la guerra in Ucraina:
siamo tutti Tartufi? | pag. 114

di Fausto Malcovati

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