Sommario: Numero 1 di gennaio-marzo 2003

Numero 1 di gennaio-marzo 2003

Hanno collaborato

In copertina: Giovanni Testori, ritratto in acrilico di Ivan Groznij Canu | pag. 2

di
Hanno collaborato: Sergio Basso, Laura Bevione, Fabrizio Caleffi, Giulia Calligaro, Laura Caretti, Danilo Caravà, Paola Cinque, Rudy De Cadaval, Pierachille Dolfini, Luca Doninelli, Alessandra Faiella, Renato Gabrielli, Emanuela Garampelli, Gastone Geron, Gigi Giacobbe, Giuseppe Liotta, Simona Maggiorelli, Paolo Maier, Stefania Maraucci, Antonella Melilli, Bella Merlin, Giuseppe Montemagno, Pier Giorgio Nosari, Alfio Petrini, Angelo Pizzuto, Gianni Poli, Carlo Randazzo, Domenico Rigotti, Maggie Rose, Andrea Rustichelli, Alessandro Tacconi, Francesco Tei, Nicola Viesti, Anna Zapparoli.

Editoriale

Vecchi leoni e saggezza orientale | pag. 3

Hystrio entra nel suo sedicesimo anno di vita e diventa più grande. Il vecchio formato era diventato davvero troppo stretto per la nostra rivista. E così ci siamo decisi ad adottarne uno nuovo, più largo e più lungo di qualche centimetro. Spazio prezioso per tutti, che permetterà di leggere più agevolmente articoli, notizie e dossier, mentre foto e illustrazioni troveranno quello spazio più ampio che in molti casi meritano. A inaugurare quest'”abito nuovo” troverete innanzitutto il dossier dedicato a Giovanni Testori, di cui ricorre quest’anno il decennale della morte. Abbiamo voluto ricordarlo soprattutto attraverso le testimonianze di chi ha lavorato con lui, di chi ha messo in scena i suoi testi, e componendo una ricca antologia di critiche che ci restituisce accidenti, svolte e ascesi del percorso teatrale dello scrittore lombardo. E proprio ripensando a quegli anni di entusiasmi e di conflitti, nei quali però l’etica e la professionalità non erano optional così come non era necessario avere la “carta d’argento” per essere punti di riferimento per il teatro italiano, ci prende una certa amarezza nel gettare uno sguardo sull’anno che si è appena concluso. Il nuovo che avanza si è rivelato più vecchio dei Grandi Vecchi, che sono tornati a occupare i più ambiti posti di comando. Insomma, il teatro è meglio del Viagra. Ma se Giorgio Albertazzi al Teatro di Roma, Turi Vasile all’Inda e Mico Galdieri all’Eti (a sostituire un altro vecchio leone, Lucio Ardenzi, recentemente scomparso) vivono la loro seconda giovinezza, che dire della titanica sterilità di una classe intellettuale che non ha saputo (e voluto) creare eredi? Perché siamo costretti a ritenerci “giovani” fino a cinquant’anni quando, nel resto d’Europa (Thomas Ostermeier in Germania e Árpad Schilling in Ungheria, tanto per citarne due), la giovane età è considerata una risorsa e non un handicap? E’ vero che la vita media si è allungata, ma il teatro che signori ormai vicini agli ottanta ci lasceranno in eredità, in che modo potrebbe mai corrisponderci? Una massima orientale dice che a vent’anni si impara a costruire il tempio, a quaranta lo si costruisce e a sessanta si insegna a costruirlo. Che bello se, benefico effetto della globalizzazione, questa antica saggezza trovasse asilo anche nel piccolo grande mondo del nostro teatro.

La questione teatrale

Per finirla con Ionesco, intellettuale di destra | pag. 4

Adottato agli esordi dalla gauche veteromarxista, l’autore del Rinoceronte finì per essere considerato un reazionario, mentre aveva anticipato la crisi della democrazia e il pericolo totalitario – Rileggerlo oggi, mentre il gioco al massacro continua, significa invece dargli atto che è stato un “chierico” che non ha tradito

Vetrina

intervista a Massimo Luconi

Prato, capoluogo della Toscana teatrale | pag. 6

Il nuovo direttore del Metastasio, pratese doc, lancia un ricco piano triennale che concilia sperimentazione e tradizione, cerca di valorizzare quello che già esiste nella regione e allo stesso tempo apre una finestra sull’est Europa

Napoli

Un teatro 2 volte nuovo | pag. 8

Uno spazio privilegiato per le compagnie di ricerca al sud, nato nel 1980 grazie all’iniziativa di Angelo Montella e Igina Di Napoli, nello stesso luogo in cui c’era il settecentesco tempio dell’opera buffa

Dossier

Giovanni Testori | pag. 10

di
Giovanni Testori, qualche mese prima di morire, durante un incontro in un piccolo teatro giovanile di Milano, per riaffermare la sua idea di teatro, ricordava, come altre volte, un verso preso dal Filippo dell’Alfieri, pronunciato da Perez, il difensore degli oppressi, «libero sempre non è il pensier liberamente espresso». Ecco per Testori il solo senso del teatro, nel nostro tempo più che mai, era «quello di difendere il diritto a parlare di chi non ha parola, anche se gli viene concessa. Vengono concesse tutte le parole, ma sono tutte parole prestabilite, tutte parole limate, tutte parole preparate. È una libertà di dire parole non libere». A dieci anni dalla sua scomparsa, in queste pagine cerchiamo di ricordare la lunga parabola della parola testoriana, gli odori di zolfo, mischiati poi a quelli dell’incenso, che ha sparso su un pubblico a volte scandalizzato altre volte legittimamente dubbioso; gli attori, le attrici che, questa parola, hanno incarnata sulle nostre scene; i critici che con i loro scritti ci permettono oggi di ritornare ad ascoltare quella parola con le orecchie e la sensibilità del tempo. Interventi di Luca Doninelli, Claudia Cannella, Ugo Ronfani, Pierachille Dolfini, Anna Ceravolo.

Il furore della pietà | pag. 12

Il modo più profondo di leggere l’intera opera di Testori è di considerarla teatro, poiché l’essenza del teatro è di mostrare al mondo ciò che è nascosto

Franco Branciaroli

<<I suoi spettacoli erano messa in vita>> | pag. 14

Sandro Lombardi

<<La lingua, levatrice dell’attore>> | pag. 15

Adriana Innocenti

<<Non l’autore o il regista, ma il maestro>> | pag. 16

anniversari

Un teatro per Ambleto | pag. 17

La fondazione del Salone Pierlombardo, il sodalizio con Parenti, la “Trilogia degli Scarrozzanti”, la Milano dei primi anni ’70: Testori nel ricordo di Andrée Ruth Shammah

Franca Valeri

<<Un grande autore, un amico>> | pag. 18

Lucilla Morlacchi

<<Un’inesauribile generosità>> | pag. 19

L’ossessione del corpo | pag. 21

L’apocalisse di Giovanni da Novate | pag. 22

di
Eccessivo, torrenziale, impudico, Testori non ha solo provocato scandalo fra il pubblico ma ha anche sollevato più volte perplessità fra i critici – Luci e ombre di un percorso artistico che questa carrellata antologica di recensioni, dalla Maria Brasca del 1960 ai Tre lai scritti poco prima di morire, cerca di ripercorrere

Teatromondo

da Parigi

Sguardi femminili sul nostro tempo | pag. 34

Il panorama teatrale della capitale francese è dominato da tre autrici – Marguerite Duras, Nathalie Sarraute e Sarah Kane – e da una regista, Claudia Stavisky, che affronta il Minetti di Bernhard

Nati ieri

i protagonisti della giovane scena/14

E Cirano fondò una srl… | pag. 36

Grandi classici ed e-commerce, una scuola e uno spazio frequentatissimi, molto lavoro e nessuna sovvenzione, l’idea di creare una “comunità teatrale”: la storia “anomala” della giovane compagnia milanese Teatri Possibili

Teatro di figura

Manzoni e Zavattini

Fame e miracoli a Milano | pag. 39

I promessi sposi incarnano al meglio la linea marionettisca pura e sofisticata di Eugenio Monti Colla, mentre il Teatro Gioco Vita dà vita al sogno dei poveri di una baraccopoli mischiando la tecnica delle ombre con la recitazione d’attore

I Promessi sposi, dal romanzo di Alessandro Manzoni. Adattamento di Carlo Il Colla, rivisitato e diretto da Eugenio Monti Colla. Prod. Associazione Grupporiani-Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona. | pag. 39

Miracolo a Milano, dal film di Cesare Zavattini e Vittorio De Sica. Adattamento di Nicola Lusuardi. Regia e scene di Fabrizio Montecchi. Prod. Teatro Gioco Vita-Piccolo Teatro di Milano-Institut International de la Marionnette di Charleville-Mézières. | pag. 39

Inchiesta

scuole di teatro/2

Gran Bretagna | pag. 40

di
Seconda tappa del nostro viaggio per le scuole di teatro d’Europa. Dopo la Francia eccoci in Inghilterra, alla Royal Academy of Dramatic arts e alla Guildhall School of Music and Drama e, in Scozia, alla Royal Scottish Academy of Music and Drama. In entrambe le scuole è molto forte l’influenza di Stanislavskij, i cui insegnamenti sono spesso portati avanti da pedagoghi provenienti dalla stessa Russia o da attori inglesi che hanno avuto modo di trascorrere un periodo in scuole russe. È quest’ultimo il caso di Bella Merlin, attrice e professore di pedagogia dell’attore all’Università di Birmingham, la cui esperienza di studi a Mosca è sfociata in una elaborazione personale di un training psicofisico, basato sul pensiero stanislavskiano degli ultimi anni di vita. Riportiamo qui alcuni brani tratti dall’introduzione al suo libro Beyond Stanislavskij, uscito poco più di un anno fa. Interventi di: Bella Merlin, Anna Zapparoli, Sergio Basso, Maggie Rose

Un’attrice inglese alla scuola russa | pag. 40

Royal Academy of Dramatic Art di Londra

Shaw, pigmalione d’attori | pag. 44

Fondata nel 1904, la scuola, cui il prolifico autore teatrale lasciò un terzo dei propri diritti d’autore, da sempre fornisce alle scene inglesi i suoi nomi più famosi ed è sinonimo della miglior recitazione classica; eppure non ha potuto non tener conto dei profondi mutamenti linguistici e di costume che hanno attraversato il paese negli ultimi decenni

una scuola nel cuore della city

Alla Guildhall ogni allievo ha un tutor | pag. 47

Al terzo anno di studi un attore esterno alla scuola viene scelto per seguire personalmente ciascun ragazzo e aiutarlo ad affrontare la professione – Stretti i rapporti internazionali, infatti sono molti gli allievi che provengono da altri Paesi

la Royal Academy di Glasgow

prepararsi a Shakespeare | pag. 50

Il lavoro sul testo è la cosa più importante: dopo il drammaturgo elisabettiano, è Cechov l’autore preferito – Importanza dei rapporti con le altre accademie europee

Humour

Foyer | pag. 53

Crisi di riso

Diario di una giovane (?) comica (???) | pag. 54

Teatrodanza

tendenze

corpi in pena | pag. 56

Da Bleu Provisoire di Yann Marussich a Under Construction di Gilles Jobin gli spettacoli di teatrodanza si avvicinano sempre più a crude e laconiche esperienze anatomiche

Critiche

Le novità della prima parte della stagione | pag. 58

di
Febbre da musical – Milano riscopre Mazzarella – Pro & Contro: Pentesilea – Mariangela Melato è Madre Courage – Le donne di Boccaccio al Teatro della Tosse – Inedito Bernhard per lo Stabile di Bolzano – Intercity Athina 2002 – Celestini racconta la Fabbrica – Sellars, Donnellan e Kentridge a Roma – Eduardo secondo Toni Servillo – Dittico dell’assurdo a Palermo
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da Milano a Napoli

Canta che ti passa (la voglia?) | pag. 59

di
Per tutta la penisola impazza un genere che, fino a pochi anni fa, era confinato tra gli esotici prodotti d’importazione – Oggi, invece, accanto alle consolidate, e forse un po’ polverose, commedie musicali della nostra tradizione, abbondano le versioni italiane di capolavori francesi, inglesi e americani – Ma gli esiti, fatte le dovute eccezioni, sono spesso deludenti – Ecco una carrellata di quanto, nel bene e nel male, compare in questa stagione teatrale
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Laboratorio Nove

Intercity Athina, prima puntata | pag. 79

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Biblioteca

a cura di Albarosa Camaldo

Le novità editoriali | pag. 94

di

La società teatrale

a cura di Anna Ceravolo

Tutta l’attualità del mondo teatrale: festival, notizie dall’Italia e dal mondo, corsi e premi. | pag. 96

di

il convegno di Castiglioncello

Il nuovo teatro alla riscossa | pag. 96

donne, giovani, deb

Scena Prima ai raggi X | pag. 98

Pistoia

Una Fondazione per il Premio Vallecorsi | pag. 99

Testi

Giudici | pag. 106

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