Sommario: Numero 1 di gennaio-marzo 2003
Numero 1 di gennaio-marzo 2003
Hanno collaborato
In copertina: Giovanni Testori, ritratto in acrilico di Ivan Groznij Canu | pag. 2
Editoriale
Vecchi leoni e saggezza orientale | pag. 3
Hystrio entra nel suo sedicesimo anno di vita e diventa più grande. Il vecchio formato era diventato davvero troppo stretto per la nostra rivista. E così ci siamo decisi ad adottarne uno nuovo, più largo e più lungo di qualche centimetro. Spazio prezioso per tutti, che permetterà di leggere più agevolmente articoli, notizie e dossier, mentre foto e illustrazioni troveranno quello spazio più ampio che in molti casi meritano. A inaugurare quest'”abito nuovo” troverete innanzitutto il dossier dedicato a Giovanni Testori, di cui ricorre quest’anno il decennale della morte. Abbiamo voluto ricordarlo soprattutto attraverso le testimonianze di chi ha lavorato con lui, di chi ha messo in scena i suoi testi, e componendo una ricca antologia di critiche che ci restituisce accidenti, svolte e ascesi del percorso teatrale dello scrittore lombardo. E proprio ripensando a quegli anni di entusiasmi e di conflitti, nei quali però l’etica e la professionalità non erano optional così come non era necessario avere la “carta d’argento” per essere punti di riferimento per il teatro italiano, ci prende una certa amarezza nel gettare uno sguardo sull’anno che si è appena concluso. Il nuovo che avanza si è rivelato più vecchio dei Grandi Vecchi, che sono tornati a occupare i più ambiti posti di comando. Insomma, il teatro è meglio del Viagra. Ma se Giorgio Albertazzi al Teatro di Roma, Turi Vasile all’Inda e Mico Galdieri all’Eti (a sostituire un altro vecchio leone, Lucio Ardenzi, recentemente scomparso) vivono la loro seconda giovinezza, che dire della titanica sterilità di una classe intellettuale che non ha saputo (e voluto) creare eredi? Perché siamo costretti a ritenerci “giovani” fino a cinquant’anni quando, nel resto d’Europa (Thomas Ostermeier in Germania e Árpad Schilling in Ungheria, tanto per citarne due), la giovane età è considerata una risorsa e non un handicap? E’ vero che la vita media si è allungata, ma il teatro che signori ormai vicini agli ottanta ci lasceranno in eredità, in che modo potrebbe mai corrisponderci? Una massima orientale dice che a vent’anni si impara a costruire il tempio, a quaranta lo si costruisce e a sessanta si insegna a costruirlo. Che bello se, benefico effetto della globalizzazione, questa antica saggezza trovasse asilo anche nel piccolo grande mondo del nostro teatro.
La questione teatrale
Per finirla con Ionesco, intellettuale di destra | pag. 4
Vetrina
intervista a Massimo Luconi
Prato, capoluogo della Toscana teatrale | pag. 6
Napoli
Un teatro 2 volte nuovo | pag. 8
Dossier
Giovanni Testori | pag. 10
Giovanni Testori, qualche mese prima di morire, durante un incontro in un piccolo teatro giovanile di Milano, per riaffermare la sua idea di teatro, ricordava, come altre volte, un verso preso dal Filippo dell’Alfieri, pronunciato da Perez, il difensore degli oppressi, «libero sempre non è il pensier liberamente espresso». Ecco per Testori il solo senso del teatro, nel nostro tempo più che mai, era «quello di difendere il diritto a parlare di chi non ha parola, anche se gli viene concessa. Vengono concesse tutte le parole, ma sono tutte parole prestabilite, tutte parole limate, tutte parole preparate. È una libertà di dire parole non libere». A dieci anni dalla sua scomparsa, in queste pagine cerchiamo di ricordare la lunga parabola della parola testoriana, gli odori di zolfo, mischiati poi a quelli dell’incenso, che ha sparso su un pubblico a volte scandalizzato altre volte legittimamente dubbioso; gli attori, le attrici che, questa parola, hanno incarnata sulle nostre scene; i critici che con i loro scritti ci permettono oggi di ritornare ad ascoltare quella parola con le orecchie e la sensibilità del tempo. Interventi di Luca Doninelli, Claudia Cannella, Ugo Ronfani, Pierachille Dolfini, Anna Ceravolo.Il furore della pietà | pag. 12
Franco Branciaroli
<<I suoi spettacoli erano messa in vita>> | pag. 14
Sandro Lombardi
<<La lingua, levatrice dell’attore>> | pag. 15
Adriana Innocenti
<<Non l’autore o il regista, ma il maestro>> | pag. 16
anniversari
Un teatro per Ambleto | pag. 17
Franca Valeri
<<Un grande autore, un amico>> | pag. 18
Lucilla Morlacchi
<<Un’inesauribile generosità>> | pag. 19
L’ossessione del corpo | pag. 21
L’apocalisse di Giovanni da Novate | pag. 22
Teatromondo
da Parigi
Sguardi femminili sul nostro tempo | pag. 34
Nati ieri
i protagonisti della giovane scena/14
E Cirano fondò una srl… | pag. 36
Teatro di figura
Manzoni e Zavattini
Fame e miracoli a Milano | pag. 39
I Promessi sposi, dal romanzo di Alessandro Manzoni. Adattamento di Carlo Il Colla, rivisitato e diretto da Eugenio Monti Colla. Prod. Associazione Grupporiani-Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona. | pag. 39
Miracolo a Milano, dal film di Cesare Zavattini e Vittorio De Sica. Adattamento di Nicola Lusuardi. Regia e scene di Fabrizio Montecchi. Prod. Teatro Gioco Vita-Piccolo Teatro di Milano-Institut International de la Marionnette di Charleville-Mézières. | pag. 39
Inchiesta
scuole di teatro/2
Gran Bretagna | pag. 40
Seconda tappa del nostro viaggio per le scuole di teatro d’Europa. Dopo la Francia eccoci in Inghilterra, alla Royal Academy of Dramatic arts e alla Guildhall School of Music and Drama e, in Scozia, alla Royal Scottish Academy of Music and Drama. In entrambe le scuole è molto forte l’influenza di Stanislavskij, i cui insegnamenti sono spesso portati avanti da pedagoghi provenienti dalla stessa Russia o da attori inglesi che hanno avuto modo di trascorrere un periodo in scuole russe. È quest’ultimo il caso di Bella Merlin, attrice e professore di pedagogia dell’attore all’Università di Birmingham, la cui esperienza di studi a Mosca è sfociata in una elaborazione personale di un training psicofisico, basato sul pensiero stanislavskiano degli ultimi anni di vita. Riportiamo qui alcuni brani tratti dall’introduzione al suo libro Beyond Stanislavskij, uscito poco più di un anno fa. Interventi di: Bella Merlin, Anna Zapparoli, Sergio Basso, Maggie RoseUn’attrice inglese alla scuola russa | pag. 40
Royal Academy of Dramatic Art di Londra
Shaw, pigmalione d’attori | pag. 44
una scuola nel cuore della city
Alla Guildhall ogni allievo ha un tutor | pag. 47
la Royal Academy di Glasgow
prepararsi a Shakespeare | pag. 50
Humour
Foyer | pag. 53
Crisi di riso
Diario di una giovane (?) comica (???) | pag. 54
Teatrodanza
tendenze
corpi in pena | pag. 56
Critiche
Le novità della prima parte della stagione | pag. 58
Febbre da musical – Milano riscopre Mazzarella – Pro & Contro: Pentesilea – Mariangela Melato è Madre Courage – Le donne di Boccaccio al Teatro della Tosse – Inedito Bernhard per lo Stabile di Bolzano – Intercity Athina 2002 – Celestini racconta la Fabbrica – Sellars, Donnellan e Kentridge a Roma – Eduardo secondo Toni Servillo – Dittico dell’assurdo a Palermo[link_critiche]
da Milano a Napoli
Canta che ti passa (la voglia?) | pag. 59
[link_critiche]


