1998 - 3
luglio | settembre

Vaiolo

Numero personaggi: 0
di Edoardo Erba

Personaggi

Autopresentazione

INCUBAZIONE
Il 22 settembre del 1996 ho capito contemporaneamente due cose di primaria importanza: che la babysitter di mia figlia rubava, e che il Teatro italiano era cadavere. Per una serie di circostanze inutilmente lunghe da spiegare, mi trovavo a Parma per la dodicesima edizione della consegna dei Biglietti d’oro Agis con l’incarico di scrivere il copione per i tre presentatori della serata. Pioveva e faceva quel freddo da faringite febbrile che caratterizza nel nord della nostra penisola l’inizio (ma anche il prosieguo e la fine) dell’autunno. Non potendo rischiare in trasferta un malanno per la bambina, avevo dato alla babysitter ventimila lire per tornare dal teatro in albergo, sapendo che il taxi non ne avrebbe richieste più di otto-novemila. Quelle undici-dodici che non sono mai tornate alla base hanno irreversibilmente cambiato il futuro di mia figlia. E altrettanto irreversibilmente la serata che è seguita – coi tre presentatori che cercavano di leggere il copioncino di fronte a un pubblico sepolocrale – ha cambiato il mio rapporto col Teatro. Ho cominciato a maturare il pensiero che in una situzione del genere mettere in piedi un’agenzia di pompe funebri sarebbe stato più opportuno che scrivere nuove commedie. Sono tornato a Roma con due idee in testa: cercare una nuova babysitter e buttar giù un promemoria di quello che avevo visto. Così nella stessa settimana è nato Vaiolo, e da Duronia (Molise) è arrivata in casa nostra Roberta. Un anno dopo, quando l’Argot mi ha chiesto cosa volevo mettere in scena, mia figlia veniva rifiutata dall’asilo americano perchè ancora troppo piccola. E per lo stesso motivo l’Argot rifiutava Vaiolo. A meno che non avessi scritto un secondo movimento di una mezz’oretta. Ho detto sì senza avere idea di cosa si potesse aggiungere a un testo che preconizzava la fine assoluta non del Teatro, ma addirittura della sua memoria. Mi è venuto in mente di andare a ripigliare il copioncino del Biglietto d’oro. L’ho riletto e mi è sembrato insperatamente buono: se trovavo due kamikaze (li ho poi trovati in Blas Roca Rey e Sabrina Knaflitz) potevo riproporlo paro paro. Però sul palco, invece dei vincitori, non sarebbe salito nessuno: i presentatori avrebbero intervistato, adulato e premiato dei fantasmi, esattamente come era avvenuto quella sera a Parma. Mettere il secondo movimento dopo (e non prima) la vicenda descritta in Vaiolo è stato come esporre lo spazzolone sporco di un water alla Biennale di Venezia. Di questo secondo movimento comunque è inutile la stampa, perchè non si tratta di un testo, ma di un intervento dove soltanto i silenzi fra una domanda e l’altra, fra un’esibizione e l’altra hanno dignità di pubblicazione. Vi chiedo perciò di immaginarvelo. Per finire aggiungo tre cose: il primo movimento è stato ottimamente interpretato da Lorenzo Gioelli e Massimiliano Francosa e altrettanto impeccablmente diretto da Maurizio Panici; il secondo movimento (copioncino Parma) è stato diretto da me con l’insostituibile aiuto degli straordinari Blas e Sabrina. Invece il movimento irrefrenabile di mia figlia non riesce ad essere diretto nè da me, nè da sua madre, nè dalla meritevole babysitter. È guardando la bambina che penso, spero e mi auguro che Vaiolo rifletta un’ipotesi totalmente sbagliata, frutto di una sensibilità già vecchia. La mia.
Edoardo Erba

Scheda autore

EDOARDO ERBA è nato a Pavia, si è formato a Milano e vive a Roma. Maratona di New York, Ostruzionismo radicale, Tessuti umani, La notte di Picasso, Curva cieca, Porco selvatico, Vaiolo e Vizio di famiglia sono i suoi titoli da ricordare. Con Maratona di New York e Vizio di famiglia, con gli inediti Il capodanno del secolo e Fine del mondo, e con l’ultimissimo Venditori, Erba si è affermato nei più importanti premi nazionali di teatro. Maratona di New York, Porco selvatico e La notte di Picasso sono stati inoltre tradotti e rappresentati in Inghilterra, Francia, Spagna, Argentina e Stati Uniti.
Come interlocutori e interpreti dei suoi lavori, Erba ha individuato una generazione di attori con forte attenzione al contemporaneo. Si tatta di un’area che da Claudio Bisio a Dario D’Ambrosi, passando per Ivano Marescotti e Luca Zingaretti, spazia fino ad attrici diverse ma ugualmente curiose come Pamela Villoresi e Maria Amelia Monti. Autore anche di radiofonia e televisione, Erba in teatro è spesso regista delle sue opere. Attualmente prova con Maria Amelia Monti e Gigio Alberti L’uomo della mia vita. Dopo l’anteprima estiva il lavoro verrà programmato al Teatro Franco Parenti di Milano.

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