2022 - 1
gennaio | marzo

Scavi

Numero personaggi: 3
di Francesco Alberici, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini

AUTOPRESENTAZIONE
Dentro il processo creativo, lo scontro meraviglioso tra idea e materia

«Il mio lavoro è uno scavo, una ricerca archeologica tra gli aridi materiali del nostro tempo». Michelangelo Antonioni Nell’autunno 2018 abbiamo debuttato con Quasi niente, uno spettacolo liberamente ispirato a Deserto rosso di Michelangelo Antonioni. Il film del 1964, è la prima opera a colori del regista e vede in scena, a partire da un breve racconto di Tonino Guerra, una straziante e fanciullesca Monica Vitti. Giuliana, moglie e madre, attraversa il deserto – che in una scena è davvero rosso – della sua vita senza che nessuno possa realmente toccarla, senza toccare davvero nessuno. Poche le parole, alcune talmente belle da diventare proverbiali («Mi fanno male i capelli», la più nota, presa in prestito alla poetessa Amelia Rosselli) e protagonista assoluto il paesaggio, una Romagna attorno a Ravenna trasfigurata dal regista.
Scavi è un progetto collaterale allo spettacolo, una performance per un numero limitato di spettatori, che vuole essere la restituzione pubblica delle nostre “scoperte” nella fase di indagine del lavoro. Andare a Ferrara al Fondo Antonioni, leggere tutto quello che è stato per noi reperibile della preparazione del film, ritrovare grazie a Morena Campani il diario di uno degli assistenti alla regia, vedere le fotografie di scene girate non montate, avere tra le mani i primi pensieri di Antonioni scritti a penna quando l’idea era vaghissima, sapere delle sue notti in bianco per cambiare finale al film pochi giorni prima della fine delle riprese per la partenza di uno dei protagonisti è stato un continuo confrontarci con quello che avviene sempre nel processo creativo, lo scontro meraviglioso e faticoso tra idea e materia.
Abbiamo scavato con pazienza come fanno gli archeologi. Manici di anfora, mattonelle, a volte iscrizioni. Ma in questo caso l’edificio intero è lì sotto i nostri occhi. Più simile alla punta di un iceberg che non mostra la parte sommersa, ma che galleggia grazie a essa. Antonioni ha detto in un suo scritto: «Noi sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’è un’altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima. Fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa, che nessuno vedrà mai. O forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà». Daria Deflorian e Antonio Tagliarini

Antonio Tagliarini e Daria Deflorian (foto Luca Del Pia)

DARIA DEFLORIAN E ANTONIO TAGLIARINI sono autori, registi e performer. Dal 2008 hanno dato vita a una serie di progetti, spettacoli e site-specific. Il primo lavoro nato da questa collaborazione è Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina
Bausch (2008). Tra il 2010 e il 2011 hanno lavorato al “Progetto Reality” che ha dato vita a due lavori: l’installazione/performance czeczy/cose (2011) e lo spettacolo Reality (2012), lavoro per il quale Daria Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice protagonista. Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, con la collaborazione artistica di Monica Piseddu e Valentino Villa, ha debuttato nel 2013 al Romaeuropa Festival. Lo spettacolo ha vinto il Premio Ubu 2014 come novità italiana e nel 2016 il Premio della Critica come miglior spettacolo straniero in Quebec, Canada. I testi di questi lavori sono stati raccolti in un volume, Trilogia dell’invisibile (Titivillus, 2014). Dal 2015 portano regolarmente i loro lavori in tournée in Francia e altri Paesi europei. Hanno creato poi due site-specific, Il posto (2014) a Milano per il progetto “Stanze” e Quando non so cosa fare cosa faccio (2015) lungo le strade di un quartiere di Roma e ispirato al film di Antonio Pietrangeli, Io la conoscevo bene. Nel 2016 Il cielo non è un fondale, con la collaborazione di Francesco Alberici e Monica Demuru, ha debuttato a Losanna, per poi essere presentato a Roma per il Romaeuropa Festival e a Parigi nella stagione dell’Odeon per il Festival d’Automne. Il testo di questo ultimo lavoro è stato pubblicato da Cue Press nel 2017. Per questo spettacolo Gianni Staropoli ha vinto il Premio Ubu 2017 per le luci e la cura dello spazio. Nel 2017 iniziano a lavorare al Progetto Antonioni/Deserto Rosso che porta a due spettacoli: Scavi, condiviso con Francesco Alberici (2018) e lo spettacolo Quasi niente in prima nazionale lo stesso anno a Roma al Teatro Argentina. Lo spettacolo, con la collaborazione alla drammaturgia di Francesco Alberici, vede in scena, oltre ai due autori, Monica Piseddu, Francesca Cuttica e Benno Steinegger. Il testo dello spettacolo è pubblicato da Sossella Editore (2019). Nel febbraio 2020 debutta al Festival Vie di Modena il loro adattamento teatrale del testo Chi ha ucciso mio padre di Edouard Louis, con l’interpretazione di Francesco Alberici. Iniziano poi a lavorare su un nuovo progetto attorno al film Ginger e Fred di Federico Fellini, da cui emergono nel 2021 lo spettacolo teatrale Avremo ancora l’occasione di ballare insieme e la performance Sovrimpressioni, e che porterà nel 2022 alla presentazione del film documentario Siamo qui per provare, per la regia di Jacopo Quadri e Greta De Lazzaris.

La Locandina
SCAVI,
un progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini. Liberamente ispirato a Deserto rosso di Michelangelo Antonioni. Scritto e interpretato da Francesco Alberici, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini. Consulenza letteraria di Morena Campani. Prod. A.D. e Festival di Santarcangelo.

Lo spettacolo ha debuttato a luglio 2018 al Festival di Santarcangelo.

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