2014 - 4
ottobre | dicembre

Namur

Numero personaggi: 2
di Antonio Tarantino

Personaggi

Marta, trent’anni, vivandiera imperiale
Lucien, diciannove anni, soldato dell’esercito francese

Autopresentazione

Se l’amore non basta contro la disumanità della guerra

 

Il titolo di questo testo mi è stato suggerito dal nome di una località posta ad alcune miglia da Waterloo. Namur era situata lungo la strada che i francesi sconfitti dovevano rapidamente percorrere per giungere al confine della Francia, quindi alla salvezza. Marta e Lucien, lei vivandiera dell’esercito napoleonico, fuggita dalle spire di un soffocante matrimonio e lui, soldato di leva alla sua prima esperienza bellica, terrorizzato dalla guerra, si trovano, fuggitivi, in una casupola abbandonata e saccheggiata dalla soldataglia.

Marta, non più giovane e Lucien, poco più che un ragazzo, vivono una storia d’amore in modi diversi: lei, donna “vissuta” e rotta a ogni compromesso, anche commerciale dovuto alla sua attività di vivandiera, sente che questa situazione è l’ultima possibile per riuscire finalmente ad avere un rapporto d’amore autentico. Lui, Lucien, cerca in lei protezione materna ed esperienza amorosa matura. Nel testo vi è la guerra, con la sua brutalità, e la geografia della guerra, come ai giorni nostri: infatti noi, come conosciamo la geografia di remoti paesi se non attraverso le notizie che ci vengono da laggiù?

Guerra e amore si coniugano in Namur così come i nomi di ignote località si coniugano a eventi e glorie militari destinati ai posteri, in una inesauribile cascata di parole tra veglia, ossessione e incubo: il tutto interrotto dall’urlo finale di Marta che suggella la tragedia. Antonio Tarantino

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Antonio Tarantino (1938) si impone nel panorama teatrale nazionale all’età di cinquantacinque anni con il Premio Riccione per il Teatro nel 1993 per Stabat Mater e La passione secondo Giovanni, le prime due parti della “tetralogia della cura”, progetto di scrittura che, a partire dalla suggestione evangelica, arriva alla rivisitazione dei miti di Antigone e Medea che avrà ulteriore svolgimento nel dittico Piccola Antigone e Cara Medea, portato in scena nel 2012 dal Kismet di Bari. Stabat Mater viene portato in scena invece nel 1994 da Chérif con Piera degli Esposti e le scene di Arnaldo Pomodoro, consacrando il successo di Tarantino. Ultimamente la scrittura di Tarantino si concentra sulla storia recente, come il conflitto arabo-israeliano e gli anni di piombo europei. Tarantino scrive riesumando i fatti della storia passata e recente, ritrovando tragico, comico e grottesco delle vicende, portandone gli elementi fino alle estreme conseguenze individuali e facendoli deflagrare contro la storia che tutti conosciamo. Una miscela esplosiva che racconta di personaggi piccoli e grandi, dai piccolo borghesi reclusi in un condominio fino ad Antigone, Arafat, De Gasperi o Gramsci. Le sue pièces sono edite da Ubulibri e tra i tanti citiamo: Quattro atti profani: Stabat Mater, Passione secondo Giovanni, Vespro della Beata Vergine, Lustrini tutti messi in scena dal regista franco-tunisino Chérif negli anni ’90, Materiali per una tragedia tedesca: un grande affresco con riferimenti alla Germania degli anni ’70, svolto in chiave grottesca; La casa di Ramallah e altre conversazioni: tre opere che affrontano il conflitto arabo-israeliano con un approccio sarcasticamente cinico; Gramsci a Turi e Stranieri.

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