1995 - 3
luglio | settembre

Livorno

Numero personaggi: 2
di Matteo Motolese

Personaggi

Autopresentazione

SENTIMENTI IN UNA CITTA’ RITROVATA
Livorno è un testo nato per caso, per un corso di drammaturgia di Giuseppe Manfridi. Altrimenti non sarebbe mai stato scritto. Quello che adesso, a cose fatte, mi riesce più facile dire è il mio modo di guardare il testo per rendere forse meno sotterranei gli ovvii moti segreti che ne costituiscono la ragion d’essere (soprattutto davanti a me stesso). Ho anzitutto dei debiti: Ariosto, Tasso: tutto un periodo di letture cavalleresche. E poi Caproni e Luzi (e qui i debiti non sono solo mentali) a cui, è ovvio, si aggiungono i tracciati mnemonici e i nodi emozionali che comunque il vivere quotidiano porta con sé. Devo dire che non ho mai pensato, in sede di scrittura, semplicemente di raccontare una storia: quello che mi affascinava era il valore paradigmatico, quasi meccanico di una situazione: il punto in cui la vita nel suo svolgersi mostrava chiaramente la corda, il suo carattere costrittivo. E’ l’addio mille volte letto nella letteratura ma poteva anche essere altro. Soprattutto è una cellula dell’esistere chiaramente isolabile nella vita di ognuno; di cui chiunque ha cognizione più o meno marcata nel proprio vissuto. Ecco: la volontà precisa era quella di mettere in campo non tanto due storie, quanto due cognizioni. Due “resistenze” differenti. Due modi di respingere (o di accettare) un evento particolare. E infatti della scrittura ricordo soprattutto lo sforzo di costruire una strategia per rendere l’interna instabilità di una qualsiasi strategia. Mi affascinava il disequilibrio dato da un equilibrio costruito razionalmente: risultato, a sua volta, di tanti piccoli disequilibri continuamente rimossi dal dialogo. Ma non solo. Forse, e di più, mi intrigava il mostrare lo scacco ad una razionalità sfiancata che capisce di avere nel suo stesso attuarsi il segno del proprio fallimento. Da qui forse quella legnosità e densità nel dialogo che io avverto, ora più che mai, come fastidiosa. Era un muoversi in spazi resi microscopici dalla paura che ogni cognizione naturalmente e continuamente porta con sé. Ma questo non é che il mio accesso al testo. Forse ce ne sono altri. E’ ovvio che il mio sia nella scrittura. Che intervenga alla radice.
Matteo Motolese

Scheda autore

MATTEO MOTOLESE è nato a Roma il 16 agosto 1972. Laureando in Italianistica (laurea in Filologia dantesca) deve l’incontro (ma molto di più) con il teatro a Giuseppe Manfridi del quale ha seguito diversi corsi di drammaturgia. Prima di esseresegnalato alla “Selezione Idi – Nuovi Autori 1995” non ha scritto di teatro, che un altro testo (Inverno) del quale alcuni brani sono stati letti, nel maggio ’92, al teatro Argentina di Roma, a termine di un seminario.

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