2016 - 2
aprile |giugno

JESUS

Numero personaggi: 1
di Enrico Castellani/Babilonia Teatri

AUTOPRESENTAZIONE

Jesus, tra sacralità e dissacrazione
una critica sociale e una riflessione intima

Jesus è il risultato di un lungo e avvincente percorso a tappe. Parte dall’idea che la libertà di pensiero sia quanto di più prezioso l’uomo abbia. E dall’idea che quando la religione, come spesso accade oggi, diventa ragione di guerra e fondamentalismo, rinuncia alla sua funzione di tramite tra uomo e sacro, vita e mistero.

Jesus è per noi in primis l’impossibilità di trovare in istituzioni religiose e dogmi gli interlocutori aperti al bisogno di ognuno di interrogarsi sulla propria essenza. È il racconto di una crisi intima e interiore e di una società ipocrita, violenta, biecamente materialista. Lo spettacolo vive di due anime. La prima mette a nudo la fragilità dell’uomo, il suo bisogno di cercare risposte al suo esistere e stare nel mondo. L’esigenza di scavare in sé per toccare il mistero, vivere il dubbio, fare i conti con la propria esistenza. Partendo da un’esperienza personale e tangibile, esprime un intimo anelito di spiritualità, sia essa religiosa o laica. L’altra esprime una critica dura e sincera alla religione cattolica. Il bersaglio in realtà non è solo l’istituzione Chiesa. Lo spettacolo è una critica sociale che abbraccia il rapporto che la nostra società ha con religione, sacralità, vita e morte. Utilizziamo parodia e invettiva per scoperchiare la fragilità di scorciatoie e formule spacciate per assolute. Esprimiamo l’impossibilità di trovare in questa società una volontà sincera di mettersi in ascolto e cercare insieme.

"Jesus" di Babilonia Teatri (foto: Eleonora Cavallo).
“Jesus” di Babilonia Teatri (foto: Eleonora Cavallo).
"Jesus" di Babilonia Teatri (foto: Eleonora Cavallo).
“Jesus” di Babilonia Teatri (foto: Eleonora Cavallo).

Con Jesus abbiamo indagato la possibilità di rendere sempre più sottile la distanza tra vita e teatro, teatro e vita, fondendo la nostra scrittura e il nostro modo di dire e stare in scena con la verità delle nostre vite. È stato un tentativo. Una strada che si è rivelata non percorribile fino in fondo. Volevamo portare noi stessi sul palco come persone a tutto tondo per rappresentare la domanda esistenziale sottesa allo spettacolo, e utilizzare il coro per svolgere la critica sociale, altra faccia della pièce. Jesus è stato la ricerca di una forma per esprimere questo disequilibrio tra privato e pubblico, interno ed esterno, intimo e sociale. Una ricerca di autenticità, ma anche un’indagine della nostra lingua teatrale e di nuove possibilità, come l’amplificazione della voce e la rottura della frontalità del dire, con la parola a dialogare e intersecarsi con musica e canzoni, da sempre elementi drammaturgici nei nostri lavori. La forma finale, con Valeria Raimondi sola in scena, vuole far emergere con forza questa doppia anima e lascia libero lo spettatore di interpretarla in base al suo vissuto e alla sua sensibilità.
Enrico Castellani e Valeria Raimondi/Babilonia Teatri

Babilonia Teatri

Enrico Castellani e Valeria Raimondi (foto: Sara Castiglioni).
Enrico Castellani e Valeria Raimondi (foto: Sara Castiglioni).

Enrico Castellani e Valeria Raimondi fondano Babilonia Teatri nel 2006. Drammaturghi, autori, registi e attori, tra i loro titoli: David è morto, Ho un lupo nella pancia, Inferno (2015); Jesus (2014); Lolita (2013); Pinocchio (2012); The end (2012); The best of (2010); Pop star e Pornobboy (2009); made in italy (2008); Underwork (2007); Panoptikon Frankeinstein (2006). Babilonia Teatri è per un teatro rock, per un teatro pop, per un teatro punk. Tra le compagnie più innovative del panorama teatrale contemporaneo, si è imposta sulla scena italiana per il suo sguardo irriverente e divergente sull’oggi. Il suo stile fuori dagli schemi intende il teatro come specchio della società e della realtà. Attraverso l’uso intelligente di nuovi codici visuali e linguistici muove la necessità e l’urgenza dell’interrogazione, per far emergere conflitti e tensioni, con ironia e cinismo, affetto e indignazione. Babilonia Teatri ha ricevuto numerosi riconoscimenti: il Premio Scenario 2007 con made in italy; il Premio Speciale Ubu 2009 per la capacità di rinnovare la scena, mettendo alla prova la tenuta del linguaggio e facendo emergere gli aspetti più inquieti e imbarazzati del nostro stare nel mondo; il Premio Vertigine 2010; il Premio Off del Teatro Stabile del Veneto; il Premio Ubu 2011 come migliore novità italiana per The end; anche in nomination come Spettacolo dell’anno; il premio Hystrio 2012 alla Drammaturgia; il Premio Franco Enriquez 2012 per l’impegno civile; il Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2013.

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