1992 - 2
aprile |giugno

‘e i topi ballano’

Numero personaggi: 16
di Mattia Sbragia

Personaggi

Autopresentazione

EVVIVA, I PADRONI SE NE VANNO!>

scrivere una commedia su ordinazione è cosa ormai assai rara. Ma quando avviene è un’esperienza molto stimolante perchè impone un preciso canale da seguire che, a volte, può essere diametralmente opposto alle naturali inclinazioni o pulsioni artistiche dell’autore in questione. Questo lo obbliga a svolgere in maniera “sua” un tema “non” suo. Lo pone, in pratica nella situazione di doversi misurare con sè stesso. Con la propria capacità di essere autore. Questa rara opportunità mi è venta da un collega di “palcoscenico”, Pamela Villoresi (alla quale, per altro, è dedicata questa opera). Un giorno ci incontriamo in teatro (e dove altrimenti?) e mi fa: “Sta nascendo un nuovo festival, perchè non scrivi una commedia che abbia come tema la vacanza e come ambientazione il 1700? La mettiamo in scena lì. Ti và?”. Ci si può credere o meno, ma la commedia è nata proprio così. Mi sono messo subito al lavoro. Il mio primo problema è stato del genere sopra accennato: “Ma che ci scrivo, io, sulla vacanza nel ‘700?”. Il secondo problema è stato più “problematico”. “Goldini, Molière…prima di me..certo, bella faccia tosta ci vuole a scrivere un solo rigo”. Mezza giornata di disperazione. Verso sera mi stufo della disperazione e…parto da dove gli altri finiscono!>

Comicio dagli ultimi preparativi frenetici, prima della partenza per la villeggiatura di una coppia di nuovi ricchi col complesso di una mancanza di titolo nobiliare. Costoro hanno due figli viziatissimi; una femmina dispotica, carognetta, ipocrita che, al momento, è infatuata di uno sguattero di cucina a servizio in casa e un maschio con crisi di identità dato che in casa si vocifera essere figlio non del padre, ma di una relazione della madre con un Delfino.>

Seccubi delle agitazioni e angherie dei quattro “padroni” sono i loro undici servi: un cocchiere, uno stalliere, un cuoco, un maggiordomo, uno sguattero di cucina, una economa, tre cameriere, una ragazza figlia del cocchiere e di una delle cameriere ed infine una donna addetta alle stalle e ai cani dei padroni. Undici esistenze costrette alla sopportazione, alla servitù, a subire torti ed ingiustizie, angherie e soprusi in nome della sopravvivenza.>

Ebbene, questi undici, non vedono l’ora che i padroni partano per poter finalmente iniziare le proprie vacanze che altro non sono se non quei giorni in cui potranno vivere senza la presenza dei despoti. Quando i padroni, alla buon’ora, se ne vanno, in casa scoppia la vera vacanza: quella dei servi.>

Tra situazioni e contrattempi di stampo classico da commedia brillante fa capolino però l’analisi di un microcosmo sociale devastato e triturato da una classe dirigente incapace di avre una morale e, meno che mai, un’etica.>

Vorrei che ne venisse fuori una curiosa considerazione: l’umanità più sana, al fondo delle cose, è quella che, pur subendo un degrado e dovendo viverlo, riesce a rimanere integra nelle proprie più intime essenze e conserva la vitalità e la forza necessarie ad andare avanti. A vivere, a giocare, ad amare e a tendere a una vita migliore (che qui aleggia lontanissima coi primi barlumi del volersi ribellare che porteranno, poi, alla Rivoluzione francese). Ma tutto ciò rimane (e deve rimanere) sepolto sotto l’immagine divertente e divertita di questo piccolo affresco, forse a volte malinconico, che vuole solo rotrovare della vite senza coscienza di sè, costrette a vivere qualcosa che non appartiene loro come unica maniera di lottare per costruire una speranza: il futuro. La possibilità che il domani possa essere migliore per qualcun’altro. Foss’anche solo per i figli dei figli dei figli.>

Mattia Sbragia>

Scheda autore

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MATTIA SBRAGIA nato il 17 aprile di parecchi anni fa, ha avuto tutto il tempo di lavorare nella sperimentazione, nelle cooperative, al Piccolo Teatro di Milano, a Verona Estate, a Taormina Arte. Ha fatto impazzire registi come Srtehler, Puecher, Mirrisolo, Fantoni. E’ più volte fallito producendo testi e spettacoli “suoi” (interessanti ma azzardati) che sono per: sempre stati recensiti da tutti molto più che positivamente. Come scrittore, ha composto nove testi teatrali dei quali cinque sono stati rappresentati. Ha vinto il Premio Idi nel 1989 e il Premio Under 35 nel 1984. Scrive anche per il ciname e la televisone.>

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