2012 - 1
gennaio | marzo

Babele

Numero personaggi: 6
di Ana Candida de Carvalho Carneiro

Personaggi

 

Thomas Ruhe, linguista
Samuel Ruhe, suo fratello
Sara, una giovane donna
Prof. Wittman, direttore del dipartimento di filologia comparata
Signorina Jolie, segretaria
Djibo, un aborigeno

Autopresentazione

 

Babele, identità e globalizzazione di lingue e destini appesi a un filo

Durante una conversazione con il drammaturgo e amico Philip Lohle, lui mi parla di una piccola nota, apparentemente irrilevante, su un giornale tedesco. Una vecchia, l’ultima parlante di una lingua sconosciuta, muore. Quasi un banale fatto di cronaca, destinato a scomparire in fretta come uno sputo sul marciapiede. Se non ché mi ha mosso qualcosa nello stomaco.

Studiando la morte delle lingue, ho scoperto quanto questo argomento sia assolutamente escluso dai dibattiti pubblici, mentre invece si tratta di una vera emergenza sociale. Si stima che, ogni due settimane, una tra le circa seimila lingue presenti nel mondo sparisca. Svaniscono altrettanto le conoscenze a esse collegate, inestimabili ricchezze di popoli ancestrali. Questo fenomeno e intimamente connesso al processo della globalizzazione, che porta con la sua impetuosa invadenza la colonizzazione culturale. Un processo “cannibalico”, dunque, in cui la cultura (e lingua) dominante inghiotte quelle marginali dal punto di vista economico. Alcune delle domande etiche che mi premevano durante la scrittura del testo sono: fino a che punto e possibile preservare la diversità? Cosa ha piu valore: l’ideale di una lingua globale, simulacro di comprensione e dialogo tra i popoli, o la preservazione della molteplicità? Cosa fare se una cosa esclude l’altra, proprio perché fenomeno intimamente legato ai processi economici globali?

Sabrina Sinatti da un’interpretazione del testo che considero molto precisa dice che Babele sembra parlare della trappola del capitalismo moderno, o meglio, dell’attuale “libertà condizionata” di noi tutti, attraverso un congegno testuale che intreccia forma e contenuto, fatto di rigorose simmetrie tra personaggi concreti, toccanti e talvolta ironici e una tessitura di segni minuziosamente distribuita, eppure, come un rompicapo logico, è capace di sfidare lo spettatore in ciò che costantemente sfugge. I temi della globalizzazione, del linguaggio, della tensione verso il successo incondizionato, delle minoranze, del rapporto tra natura e cultura e più ancora il tema che riguarda il destino di quei valori come l’amore, l’amicizia il senso di fratellanza e solidarietà o semplicemente lo sguardo e l’ascolto dell’altro in un mondo egemonizzato dalla tecnica, costituiscono un indubitabile collante con la nostra contemporaneità. Contemporaneità che in Babele mostra tutta la sua ferocia e spregiudicatezza, cosi come suscita la piu disperata commozione per l’umanità fragile che racconta.

L’edizione qui pubblicata è per ragioni di spazio una versione ridotta del testo. Buona lettura.

Ana Candida de Carvalho Carneiro

Testi_Babel_lettura_Premio Hystrio 2011

Ana Candida de Carvalho Carneiro
Ana Candida de Carvalho Carneiro

Scheda autore

Ana Candida de Carvalho Carneiro Nasce a San Paolo, Brasile, nel 1977. Si laurea in Giurisprudenza e compie studi accademici di lingua e letteratura brasiliana, inglese e francese. Nel 2000 si trasferisce in Italia per studiare Lettere presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 2006 si diploma in drammaturgia presso la Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Nel 2007 il suo testo È tutto sporco nel paese delle meraviglie è finalista al Premio Riccione. Nel 2008 partecipa alla residenza internazionale per autori teatrali del Royal Court Theatre di Londra, per la quale scrive il testo Anche i Topi ballano il Tip Tap. Nel 2010 scrive il radiodramma Quel profondo oceano…, che debutta a maggio del 2011 al Festival Extensions (Paris), trasmesso da Radio France. Ancora nel 2010 scrive il testo Plastic Doll e partecipa come speaker al 1° Incontro Internazionale di Giovani Drammaturghi a Hangzhou, in Cina. Nel 2011, partecipa al workshop internazionale per autori teatrali emergenti al Teatro Sala Beckett di Barcellona, tenuto da Simon Stephens, dove ha avuto luogo la lettura scenica della sua piece breve Suoni per una foresta digitale. Scrive Appena prima, appena dopo, commissionata dalla compositrice argentina Analia Llugdar, che debuttera nel 2012 presso il Centro Nazionale della Musica di Buenos Aires. E dottoranda in drammaturgia presso l’Università Cattolica di Milano, con una tesi sul teatro post-drammatico. Ha tradotto opere del drammaturgo brasiliano Nelson Rodrigues per la casa editrice Ubulibri. Scrive in portoghese e in italiano.

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