1995 - 3
luglio | settembre

Amarsi da pazze

Numero personaggi: 4
di Anne Rita Ciccone

Personaggi

Autopresentazione

UNA DOLCE TRAGEDIA DELLA FOLLIA
Amarsi da pazze è nato casualmente. E pur trattando argomenti che mi stanno a cuore non è un espediente terapeutico. Di me stessa conosco quel poco che serve. L’autoanalisi è pericolosa. Ho passato anni ad autoanalizzarmi per scoprire conflitti e desideri che, se avessi deciso di affrontare di petto, avrei impiegato tutta la vita per risolvere. Perciò ho imparato a convivere con un paio di incubi che mi tengono compagnia. Poi, come tante altre cose, ho cominciato a trovare buffe le nevrosi di cui tutti, nonstante ogni tentativo, soffriamo. C’è qulacosa di tenero e dolce nelle tragedia della follia e quella che ho avuto bisogno di raccontare è una tragedia piena d’amore. Ho voluto ricordare quanto ne serva per sopravvivere alle situazioni oggettivamente ditruttive e come certi legami esistano, nostro malgrado.
Anche se sono convinta dell’innato egoismo dell’essere umano non vivo questa consapevolezza come un dramma. Trovo affascinanti gli universi solitari delle persone e il modo in cui si intrecciano tra loro. Avevo un po’ di perplessità riguardo il valore di Amarsi da pazze. Il mio terrore è sempre di prendermi troppo sul serio, perché se è vero che l’arte e i sogni nascono dagli stessi meccanismi psicologici che danno origine all’umorismo, penso chechi viva di arte e si ostini sui sogni dovrebbe sempre tenere presente la misura, cercare di non cadere nel ridicolo. Anche se si parla di sentimenti. L’arte, la praticità. Sembrano concettualmente opposte. Invece credo che ci si possa piazzare in mezzo. Di tutto ciò che vedo e conosco vorrei prendere quello che mi serve per un percorso che si collochi sempre tra gli estremi. L’unica malinconia da cui invece non riesco a liberarmi è la nostalgia. Sto attendendo che anche lei venga illuminata dall’ironia. Sento spesso la mancanza della Finlandia e della danza. Se potessi rinascere vorrei reincarnarmi in una betulla in grado di ballare.
Anna Riitta Ciccone

Scheda autore

ANNA RIITTA CICCONE è nata a Helsinki il 19 luglio del 1967 da madre finlandese e padre italiano. Ancora bambina si é trasferita in Sicilia, a Messina, dove ha vissuto fino al ’91, anno in cui si è laureata in Filosofia. In seguito si è trasfeita a Roma con la sua famiglia. Ha sempre avuto una grande passione per la scrittura, la musica e la danza. Ha lavorato giovanissima per alcune radio locali e anni dopo in una emittente televisiva come redattrice. Ha frequentato i corsi del Laboratorio di formazione teatrale Ceis di Messina, dove ha scoperto la passione per la drammaturgia. Giunta a Roma ha lavorato come aiuto regista in teatro e ha iniziato la collaborazione con alcune testate giornalistiche per la pagina dello spettacolo. Un suo monologo Incidenti di percorso, é stato inserito nel progetto teatrale La Confessione ideato e diretto da Walter Manfrè. Nel ’94 ha vinto il Primo Premio del Concorso Letterario “Città di Palestrina” con l’opera inedita Il sangue delle rape.

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