2021 - 2
aprile |giugno

LA GLORIA. Paesaggio di ragazzi verso l’alba

Numero personaggi: 3
di Fabrizio Sinisi

AUTOPRESENTAZIONE
Hitler, la banalità del male
nella giovinezza di un dittatore

La vicenda è nota: per ben due volte tra il 1909 e il 1910 il giovane Adolf Hitler provò a entrare all’Accademia di Belle Arti di Vienna, ed entrambe le volte fu respinto. La bocciatura lo spinse ad andare a Monaco e ad arruolarsi, iniziando quel percorso che dall’esercito lo porterà in breve tempo alla politica, con gli esiti che purtroppo sappiamo. La parte meno nota dell’episodio – in cui mi sono imbattuto quasi per caso – è che, in quei pochi anni a Vienna, Hitler non fu solo: era arrivato nella capitale austriaca insieme a un giovane coetaneo, August Kubizek, anche lui di Linz, un ragazzo timido e modesto, figlio di un tappezziere ma con qualche nozione di musica, a cui Hitler fece balenare la prospettiva di una vita da artista, convincendolo ad andare insieme a Vienna e tentare l’ingresso al Conservatorio.
I documenti parlano poco di questo rapporto. Sappiamo che, senza gli incoraggiamenti di Hitler, Kubizek sarebbe probabilmente rimasto a Linz come impiegato nella bottega del padre. Sappiamo che il rapporto fra i due fu affettuoso e, finché durò, reciproco: Kubizek fu a lungo per Hitler l’unico amico, e insistette per condividere con lui non solo la stessa casa ma la stessa stanza. Sappiamo che, a lungo, Hitler si vantò con Kubizek di avere un luminoso talento artistico: l’esame d’ammissione in Accademia, gli disse, per lui era poco più che una formalità. Sappiamo infine che, mentre Hitler venne perentoriamente bocciato all’Accademia, Kubizek superò con successo l’esame d’ammissione al Conservatorio. Pochi mesi dopo, i due si separarono, probabilmente dopo una lite. Hitler, restato senza scopo e senza soldi, sprofonderà nella miseria, finendo per un lungo periodo a soggiornare presso il ricovero per senzatetto di Meidling, mentre Kubizek continuerà i suoi studi musicali, diventando, qualche anno dopo, un affermato direttore d’orchestra.
Ho costruito questo testo partendo dall’aspetto per me più interessante di questa vicenda: e cioè il suo sembrare, se la si slega dal suo futuro tragico, un qualunque doloroso, crudele racconto di giovinezza. Allo stesso tempo, l’ombra di “quello che sarà” non si può eliminare dal campo visivo, è sempre trasversale al racconto al punto da diventare un ulteriore obliquo elemento drammaturgico: il futuro, che non c’è nel testo ma nella Storia sì, riempie il racconto di presentimenti, di appuntamenti, di ambiguità. Così che l’oggetto del racconto non è la fisionomia distorta di un dittatore in erba, ma proprio la sua mostruosa “banalità”. Anche Adolf Hitler ha avuto vent’anni, e a vent’anni ci ha assomigliato: ambizioso, desideroso di grandezza, alla ricerca di un senso e di una strada. E tuttavia la sua non è una storia qualunque: lo spettatore su questo la sa più lunga del suo stesso protagonista. Il che, com’è noto, è il primo fondamento della tragedia. Da qui per me il suo primario interesse teatrale: la catastrofe è negli occhi di chi guarda. Fabrizio Sinisi

La Locandina
LA GLORIA, di Fabrizio Sinisi. Regia di Mario Scandale. Video di Leo Merati. Luci di Camilla Piccioni. Con Alessandro Bay
Rossi, Dario Caccuri, Marina Occhionero. Prod. La Corte Ospitale, Rubiera (Re) – Ginkgo Teatro, Roma.

La Gloria andrà in scena alla 24a edizione del Festival Inequilibrio, 29 giugno 2021; altre date sono in via di definizione.

 

 

FABRIZIO SINISI (Barletta, 1987) è drammaturgo, poeta e scrittore. Nel 2012 ha debuttato come autore teatrale con La grande passeggiata per la regia di Federico Tiezzi. In poesia ha pubblicato La fame e il Contrasto dell’uomo e della donna, con cui ha ottenuto una menzione al Premio Carducci 2015. Dal 2010 è dramaturg della Compagnia Lombardi-Tiezzi e del Teatro Laboratorio della Toscana. Attivo anche nel teatro musicale, nel 2017 debutta al Maggio Musicale Fiorentino con il melologo Ravel, diventandone uno tra i più giovani protagonisti di sempre. Lavora stabilmente con i maggiori teatri nazionali, collaborando con i registi Federico Tiezzi, Paolo Bignamini, Alessandro Machìa, Giampiero Borgia, Andrea De Rosa. Nel 2017 pubblica Tre drammi di poesia, con cui viene selezionato tra i dieci autori italiani del progetto internazionale Fabulamundi. Dal 2018 è artista residente presso il Ctb-Teatro Stabile di Brescia. Nel 2018 con La grande passeggiata riceve una menzione all’American Playwrights Project e nel 2019, con Guerra santa, il Premio Testori per la Letteratura. È edito in Germania da Lauke Verlag e negli Stati Uniti dall’editore Hentschker. Suoi lavori sono stati tradotti e rappresentati anche in Austria, Croazia, Egitto, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Stati Uniti.

 

 

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