4 spettacoli e 1 libro: 5 incipit di Sotterraneo
di Daniele Villa
vincitore del Premio Hystrio alla Drammaturgia 2025
Non siamo sicuri che i nostri testi possano fun zionare sganciati dalla visione degli spettacoli. Certo, hanno piena autonomia concettuale, a tratti persino narrativa. Sono chiari (o almeno speriamo). Però, messi sulla pagina, riescono a far almeno “intravedere” gli spettacoli? Sotterraneo pratica da sempre quella che in gergo si definisce scrittura scenica. Al di là del dibattito filologico sulla provenienza del termine (Bertolucci, Planchon, Craig, ecc.) e dell’uso più o meno arbitrario che se ne fa (e va benissimo così!), questa definizione è molto utile per descrivere l’approccio di chi rifiuta l’idea della matrice letteraria del teatro, di chi non parte da un testo scritto per metterlo in scena, ma piuttosto “scrive spettacoli”, sviluppando i testi sul palco attraverso il lavoro in prova coi performer, in un processo creativo integrato dove la parola è solo uno degli elementi della grammatica compositiva. Noi scriviamo mentre creiamo lo spettacolo e spesso i nostri testi cambiano fino a pochi giorni prima del debutto (per la gioia dei performer che lavorano con noi…).
Sganciata dal dovere di raccontare una storia e fare da architrave dello spettacolo, la parola è libera di svolgere altre funzioni: evocare l’invisibile animando lo spazio vuoto, sovraccaricare le azioni di strati concettuali e filosofici, portare micronarrazioni parallele attivando meccanismi ipertestuali, giocare sugli slittamenti di senso, ecc.
C’è però una cosa di vitale importanza che facciamo sempre attraverso i testi: stabilire il “contratto teatrale” col pubblico. All’inizio degli spettacoli chi entra in scena apre subito un canale comunicativo verso la platea (noi la quarta parete non sappiamo cosa sia) e fornisce alcune informazioni utili per capire “da dove parla lo spettacolo”, su quale piano di realtà ci posizioniamo – di fatto sono sempre più di uno e sempre sul confine fra presentazione e rappresentazione. Non si tratta di un momento trigger warning, men che meno di una spiegazione dello spettacolo, è più una “coordinata spazio-concettuale” da condividere, un punto d’incontro a cui darsi appuntamento: va da sé che non presentarci a questo appuntamento, cambiare le coordinate e tradire il contratto sono altrettante strategie con cui comporre lo spettacolo e attivare un meccanismo di complicità critica col pubblico.
Per questi e altri motivi, in dialogo con Hystrio, abbiamo deciso di pubblicare qui non un testo integrale ma piuttosto cinque incipit (quattro spettacoli e un libro-performance) di progetti realizzati negli ultimi anni che consideriamo rappresentativi della nostra ricerca.
Di ognuno di questi testi sono state estese le didascalie, per favorire la visualizzazione di tutto ciò che prescinde dalla parola in sé. In ognuno di questi incipit stabiliamo un “contratto teatrale” col pubblico, ma il pubblico lo sa benissimo che non c’è da fidarsi.
Chiamiamola “sospensione di credulità”.

DANIELE VILLA è coregista e drammaturgo del collettivo Sotterraneo (Firenze, 2005). Il primo lavoro che firma col gruppo è lo spettacolo 11/10 in apnea, fra i vincitori del Premio Scenario 2005. Nei successivi 20 anni di scrittura scenica col collettivo firma oltre 20 testi: tra i primi figurano Post-it (2007) e il dittico composto da Dies irae_5 episodi intorno alla fine della specie (2009) e L’origine delle specie_da Charles Darwin (2010), due lavori a cavallo dei quali Sotterraneo riceve il Premio Hystrio Castel dei Mondi. Successivamente Villa firma lo spettacolo per l’infanzia La repubblica dei bambini (Premio Eolo 2011), il Daimon Project composto dal dittico BeNormal! e Be Legend! (2013), Overload (2017, vincitore del Premio Ubu come miglior spettacolo), Shakespearology (2019) e L’Angelo della Storia (2022, vincitore del Premio Ubu come miglior spettacolo). Nello stesso arco di tempo Villa produce contributi per pubblicazioni teatrali (tra gli altri per Titivillus ed Editoria & Spettacolo), interventi su riviste di settore (Hystrio, Lo Straniero, La Falena ecc.), articoli per testate online (Altre Velocità, Doppiozero ecc.) e tiene corsi per accademie teatrali e università, mentre le produzioni di Sotterraneo replicano in diversi dei più importanti festival e teatri nazionali e internazionali, costruendo nel tempo numerose partnership stabili. Sotterraneo è infatti Artista Associato al Piccolo Teatro di Milano, fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies ed è artista residente presso Teatri di Pistoia.