2013 - 1
gennaio | marzo

Il diario di Mariapia

Numero personaggi: 4
di Fausto Paravidino

Personaggi

Mariapia, una donna di sessantatre anni (prima attrice) Clown, poi Fausto, un uomo di trenta – Cesare, un uomo di settant’anni – Nicodemo, padre di Iris – Vicino di stanza (primo attore) Elena, poi Iris, una donna di trenta – Marta, una ragazza di 22 – Dominique, Paola Varese, la dottoressa Carati (seconda attrice)

Autopresentazione

Il dramma di una famiglia normale alla resa dei conti con il Nulla La Mariapia del titolo è mia madre: nel 2006, dopo una lunga malattia, è stata ricoverata in ospedale per non uscirne più. Lì ha perduto tutte le sue forze e, con esse, la vitalità con la quale per paradosso sperava di morire. Per far fronte a questa imprevista depressione il suo medico le ha consigliato di continuare a fare il suo lavoro (Mariapia era anche lei un medico), rendendo testimonianza della sua esperienza sanitaria. Così la abbiamo aiutata a tenere un diario, dove lei parla della sua esperienza di malata, dei suoi ricordi, di suo marito, della vita. Ho unito a questo materiale ricordi miei e un altro diario, quello che suo fratello Cesare ha scritto su quel periodo. Il lavoro che ne è venuto fuori è una commedia che parla della vita quando si avvicina alla morte e dell’effetto che questo fa ai futuri superstiti. Ho scritto questa commedia per tre attori che interpretano più personaggi, cercando un gioco teatrale che interagisse con la rappresentazione oscena del nulla e del biografismo. La storia, nel bene e nel male, è quella dei più. Una famiglia normale. Una donna che non vorrebbe morire, ma che non potendo fare altrimenti cerca di farlo meglio che può. E non è facile, ed è sufficiente a un dramma. Il contesto, per contro, non è drammatico. Nessuno dei personaggi toccati dalla tragedia aggrotta le ciglia, la tragedia non lascia posto al formalismo, è quel che è, si ride e si piange, la vita continua anche quando sta per finire. Quello che cerchiamo di portare in scena è una festa del teatro e una sfida alla recitazione. Morire è dare piano piano l’addio alle cose che sapevamo fare. Diventar grandi attori è conquistarsi l’economia. Se noi non riusciamo più a muoverci, ad avere una vita sufficientemente autonoma, a parlare bene, a pensare bene, siamo ancora persone? Se noi facciamo lo stesso in scena siamo ancora attori? Pensiamo di sì, ma non lo diamo per scontato, è il lavoro che stiamo facendo. Qualcosa che abbiamo trovato nella scrittura e che stiamo cercando di seguire. La pièce comincia con uno spettacolo di Shakespeare, la festa del teatro per eccellenza, continua con dei virtuosismi, cambi di stile, passaggi di luogo, due attori che fanno una pletora infinita di personaggi, poi piano piano, a mano a mano che la protagonista perde le sue facoltà la cosa diventa più semplice fino ad arrivare a qualcosa di molto vicino al nulla, ma che invece è pieno di qualcosa. Trovare quel pieno, senza trucchi, è un esercizio teatrale difficile, è una grossa scommessa, è il senso della cosa. Fausto Paravidino

Scheda autore

Nato a Genova nel 1976, Fausto Paravidino è cresciuto a Rocca Grimalda, in provincia di Alessandria. Al momento vive prevalentemente a Roma. Ha sempre fatto l’attore: a 19 anni ha iniziato a frequentare la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, poi si è trasferito a Roma dove ha continuato a recitare per il teatro e poi per il cinema e la televisione. Nello stesso tempo ha cominciato a scrivere commedie: Trinciapollo, Gabriele (con Giampiero Rappa), 2 Fratelli, La malattia della famiglia M, Natura morta in un fosso, Noccioline (per il progetto Connection del National Theatre di Londra), Genova 01 (per il Royal Court), Morbid, Exit, Il caso B, Il diario di Mariapia, I vicini (per il Théâtre National du Bretagne), rappresentate in diversi paesi europei e vincitrici di numerosi premi in Italia e all’estero. Traduce dall’Inglese, soprattutto Shakespeare e Pinter, ha scritto per Radio 2 e Radio 3 e, come regista, mette in scena commedie scritte da lui stesso e da altri autori. Il suo primo film da regista, Texas, scritto insieme a Iris Fusetti e a Carlo Orlando, è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2005. I suoi ultimi lavori sono stati la produzione italiana de La malattia della famiglia M e de Il diario di Mariapia (Stoccolma, Dramaten, novembre 2010 e tournée italiana 2012), la messa in scena de La maladie de la famille M presso la Comédie Française (Parigi, 2011 – 2013), la trasmissione televisiva Fil (Rai 3) e l’allestimento della sua commedia Exit per il Teatro Stabile di Bolzano (2012 – 2013). Attualmente tiene il laboratorio Crisi presso il Teatro Valle Occupato di Roma.

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