2004 - 1
gennaio | marzo

Figlia dell’acqua

Numero personaggi: 0
di Federica Barcellona

Personaggi

Autopresentazione

ACQUA, SIMBOLO DELLA VITA TRA MITO E TEMPO CONTEMPORANEO Attraverso lo scorrere di immagini ed emozioni, si sviluppa la sequenza di dieci quadri. Ognuno di questi riporta visioni, possibilità, storie diverse attraverso il sentire femminile. Al di là delle differenze culturali, sociali e temporali c’é un sentire comune. Questi quadri apparentemente a sé stanti, in realtà compongono un’opera unica. Sono tali per la loro caratteristica manogenetica. Monadi in viaggio passano come le emozioni nella pulsione della vita. In quanto monadi contengono in sé lo stesso principio delle altre: come infiniti specchi si riflettono e si attraversano l’una nell’altra. Si richiamano. Il testo trova la sua completezza nelle contaminazioni delle diverse espressioni artistiche. L’ambientazione scenografica, il canto, la danza, i costumi e le parole lavorano in una sinergia creativa verso la comunicazione sensoriale. La scenografia é un’installazione ambientale all’interno della quale avvengono delle performance e vengono proiettate le immagini. Il contemporaneo e il corrispettivo ancestrale avvengono simultaneamente nell’incontro tra le immagini e le performance. In maniera surreale é evocata una realtà dove l’elemento divino si rivela presente in ogni essere umano, qui ed ora. Tutto é evocativo non rappresentativo. La Dea Uccello ispira al volo, il suo costume é parte integrante della scena: i suoi capelli sono fili che la collegano al cielo ed i suoi piedi, radici che si protendono verso la terra. La forza della fertilità viene ispirata dalla danza della terra. Il peso sentito e vissuto dalla vita sempre in fuga di Simone Weil sta nello spostamento di un’enorme valigia, dal ritmo a singhiozzo del suo sillabare parole di grande determinazione e credo. E così proseguendo. Il simbolo dell’acqua, presente insieme ad altri come il cerchio, le spire, le mani, i piedi, riporta l’antico segno della Dea primordiale della creazione, della morte come rigenerazione, dell’energia stessa, del tempo ciclico. Simboli evocatori come stimoli del divenire: così tracciati di vita avvengono e scompaiono. Emozioni scorrono, forse si ripetono, a volte si trasformano. Come nelle pulsioni della vita le sensazioni sorprendono e abbandonano, alla ricerca di un senso apparentemente inesistente, nell’incessante flusso per consentire una continuità. La Dea Uccello é nascita e morte insieme, l’aspetto notturno della dispensatrice di vita. Un osso nudo, colore dell’osso, osso stesso. Un enorme triangolo pubico e occhi tondi impregnati dell’umidità creatrice della vita. In quanto promotrice dell’inizio del ciclo vitale, la Dea appare come un minuscolo, misterioso feto: é un gemito di neonato in un corpo di donna. A quante cerimonie nel fondo dei mari ha assistito, Thetys? Il corso d’acqua inarrestabile pronto ad estinguere ciò che é incerto ed oscuro. IN questo la fanciulla é emanazione del sacro. Acqua benedetta ed amata dalla Papessa per cui l’acuq diviene lo specchio nel quale s’immerge ed affoga. L’acqua completa lo specchio. La figlia dell’acqua vi si immerge, talvolta ne diviene la stessa profondità. Così come sirene solleva l’amore al conto. La Luna é acqua e si dona nella rugiada, per essere raccolta in specchi quadrati: Simone Weil, capace di accedere al regno trascendente, si fa portatrice di saggezza, ed inconsapevolmente, d’immortalità. Amanti e profetesse di un mondo capace di cambiare e rinascere dalle stesse fontane un tempo nate dalle loro lascrime: “In quel tempo il torrente che fluisce sul corpo sgorga dagli occhi, e il dolore é solo un confine”. Federica Barcellona

Scheda autore

FEDERICA BARCELLONA, vive e lavora a Genova. Durante gli studi al Dams di Bologna, dove si laurea in spettacolo, sviluppa una ricerca sul corpo dell’attore, all’interno di installazioni. L’incontro di diverse espressioni artistiche dà luogo, nel’98, ad un principio di contaminazione in scena. Il desiderio di realizzare una comunicazione sensoriale, piuttosto che concettuale, stimola una ricerca che utilizza maggiormente l’immagine evocativa piuttosto che la riproduzione rappresentativa. Realizza diverse opere (installazioni semoventi) di sui é autrice e attrice. Dal viaggio nel sentire femminile e dallo studio del linguaggio della Dea primordiale, nasce l’opera Figlia dell’acqua;

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