2017 - 3
luglio | settembre

ATTI OSCENI IN LUOGO PUBBLICO

(Modi ameni di attendere l'arrivo del messia)

Numero personaggi: 6
di Davide Carnevali

AUTOPRESENTAZIONE

La Storia, il messia, Marx
e la parabola pasoliniana

Atti osceni in luogo pubblico nasce da un’idea della direzione artistica del Teatre Nacional de Catalunya, che per la stagione 2016/2017 mi ha commissionato un’opera ispirata a Teorema di Pier Paolo Pasolini. La mia intenzione è stata quella di scrivere un testo originale che recuperasse alcuni degli spunti presenti nell’opera di Pasolini; in primo luogo, il tema dell’irruzione del messia nella storia dell’uomo.
L’opera propone una serie di scene ispirate a Teorema e altre ispirate a quella tradizione messianica testamentaria che Pasolini ha ben presente nel momento in cui scrive. Ho dunque mischiato l’identità dei personaggi pasoliniani con quella di alcune delle figure che svolgono un ruolo fondamentale nell’annuncio e la testimonianza della venuta del Cristo tra gli uomini. Si tratta di un’operazione di riattualizzazione di figure che rischiavano di restare appiattite sul piano letterario, e quindi di apparire lontane dallo spirito di questi tempi. In questo senso viene dunque perseguita l’operazione pasoliniana di Teorema: riattualizzare un nucleo mitico e offrirlo al lettore contemporaneo attraverso un’estetica e un linguaggio nuovi, spesso dai risvolti dissacranti e ironici. Cos’è in fondo una parabola, se non la traduzione in linguaggio corrente di un messaggio atemporale? E ancora: cos’è una parabola se non la traduzione in linguaggio di un nucleo mitico, antico e universale, che resiste al linguaggio?
Lo scopo di una parabola è proprio quello di parlare attraverso un processo di metaforizzazione a più strati, nel quale almeno il piano letterario e quello allegorico devono essere di facile comprensione per il ricettore; mentre il piano morale può instaurarsi come un dispositivo di avviamento della sua attività intellettuale. L’irruzione della figura messianica nella storia comporta innanzitutto la distruzione, violenta, di un equilibrio strutturale; che qui è l’equilibrio formale della rappresentazione teatrale. Il messia irrompe nella storia spezzandone il corso. Il tempo messianico è, come il tempo teatrale, un tempo di ricapitolazione: il tempo in cui i segni “si compiono”, materialmente. In questo senso la Storia e la storia non possono che restare invalidate: siamo di fronte ad altro, un tempo “in bilico”. Questo era già un tema fondamentale in Teorema; ed era naturalmente un tema caro, oltre che a Pasolini, a un altro marxista eterodosso e religioso ancor meno ortodosso: Walter Benjamin. L’apertura finale della piccola porta da cui il messia deve entrare è un chiaro omaggio alle sue Tesi di filosofia della storia. Davide Carnevali

"Atti osceni in luogo pubblico", di Davide Carnevali.

"Atti osceni in luogo pubblico", di Davide Carnevali.
“Atti osceni in luogo pubblico”, di Davide Carnevali.

La Locandina
ACTES OBSCENS EN ESPAI PÚBLIC (Maneres amenes d’esperar l’adveniment del messies), di Davide Carnevali, traduzione in catalano di Albert Arribas. Regia di Albert Arribas. Scene e costumi di Sílvia Delagneau. Luci di Ignasi Camprodon. Suoni di Lucas Ariel Vallejos. Con Mònica Almirall, Màrcia Cisteró, Sílvia Delagneau, Oriol Genís, Antònia Jaume, Sergi Torrecilla. Prod. Teatre Nacional de Catalunya, Festival Grec 2017 e Centaure  Produccions, Barcellona.

Lo spettacolo ha debuttato a Barcellona, presso il Teatre Nacional de Catalunya, Sala Petita, il 6 luglio 2017 nell’ambito del Festival Grec 2017.

Davide Carnevali (foto: Davide Montisci).
Davide Carnevali (foto: Pino Montisci).

DAVIDE CARNEVALI (Milano, 1981) è un autore, regista e teorico. Con Variazioni sul modello di Kraepelin (Actes Sud, 2013; in pubblicazione per Einaudi) si è aggiudicato nel 2009 il Premio Theatertext als Hörspiel al Theatertreffen di Berlino e il Premio Marisa Fabbri al Premio Riccione per il Teatro, e nel 2012 il Prix de les Journées de Lyon des auteurs. Nel 2011 ha ricevuto il Premio Borrello alla nuova drammaturgia per Come fu che in Italia scoppiò la rivoluzione ma nessuno se ne accorse (pubblicato su Stratagemmi, 18, 2011). Sweet Home Europa (Cue Press, 2015) ha debuttato nel 2012 al Schauspielhaus Bochum e in forma di radiodramma per la Deutschlandradio Kultur; nel 2015 è stato prodotto dal Teatro di Roma, per la regia di Fabrizio Arcuri. Nel 2013 ha vinto il Premio Riccione per il Teatro con Ritratto di donna araba che guarda il mare (Actes Sud, 2015). Nel 2016 Menelao ha ottenuto la menzione speciale della giuria alla prima edizione del Premio Platea. Tra gli ultimi testi, di cui cura anche la regia, si contano Maleducazione Transiberiana (Teatro Franco Parenti, 2018) e Ritratto dell’artista da morto (Berlin Staatsoper e Münchner Biennale, 2018). Le sue opere sono state presentate in numerosi festival e stagioni teatrali internazionali e sono tradotte in tredici lingue. Attualmente insegna Drammaturgia e Teoria del teatro presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e 17 Instituto de Estudios Críticos di Città del Messico. Il suo saggio Forma dramática y representación del mundo è in corso di pubblicazione presso la casa editrice Paso de Gato.

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