2016 - 3
luglio | settembre

Combattenti

un incontro

Numero personaggi: 2
di Renato Gabrielli

AUTOPRESENTAZIONE

Sul ring come nella vita,
vincere è non mollare mai

Il copione di Combattenti, che percorre la storia di una lotta, è a sua volta l’esito di una lunga lotta, che ho felicemente perso. Il vincitore ne è stato – e colgo quest’occasione per rendergliene pubblicamente merito – l’attore Giorgio Branca. Perché quando, quattro anni fa all’incirca, lui me l’ha proposto, io non avevo nessuna intenzione di scrivere un testo sulla boxe, o nel quale la boxe avesse un ruolo importante. Certo, c’era la stima per lui e per la regista Paola Manfredi, che l’avrebbe diretto, ma speravo che la commissione da parte di Teatro Periferico prendesse un’altra piega, consentendomi di cambiare soggetto. La mia conoscenza di quello sport era totalmente mediata da cinema e televisione. Non avevo mai visto un incontro dal vivo. E soprattutto ero consapevole delle enormi difficoltà di resa teatrale di una simile materia. Non avrei saputo da dove partire, senza la certezza di poi scivolare in cliché insopportabili. Niente da fare, però: la mia pigrizia è stata sconfitta dalla tenacia di Giorgio. Ho passato un anno a documentarmi, sempre più appassionandomi all’argomento, a modo mio. In particolare, ho sviluppato una vera e propria dipendenza da certi tutorial di tecnica pugilistica e filosofia spicciola trovati su YouTube. Ma il punto di svolta è stato la scoperta del mondo del pugilato femminile, che mi ha consentito d’immaginare una storia di boxe inconsueta, radicalmente anti-eroica, centrata sul ribaltamento dei convenzionali rapporti di forza tra i sessi. A quel punto si è aggiunta al nostro piccolo gruppo di lavoro l’attrice Lilli Valcepina; ho così potuto scrivere il testo tenendo bene a mente le caratteristiche e il talento di chi l’avrebbe interpretato.

Giuditta e Raffaele, i protagonisti di Combattenti, sono due piccoloborghesi di quarant’anni e passa, immersi in quotidiani problemi di sopravvivenza in una grande città del Nord. Lei ha vissuto sul ring momenti di relativa gloria e gestisce una palestra periferica. Lui, vecchio boxeur amatoriale, ha da poco perso il suo impiego di giornalista sportivo. S’ingegna a collaborare con una start-up di social media marketing messa in piedi dal figlio di un suo amico ricco. Ed è proprio nelle vesti di consulente di marketing che si avvicina alla campionessa di un tempo. Si vedrà la vera violenza e sopraffazione scatenarsi fuori dal ring, nell’ambiente della cosiddetta comunicazione e dell’ineffabile storytelling: un mondo di conflitti immateriali, sregolati, affidati a nessun arbitro. Ma Combattenti è anche e soprattutto una storia d’odio-amore per nulla romantica tra un uomo e una donna lontani dai ruoli convenzionali, irrequieti esemplari di quell’età matura che ancora non si arrende all’evidenza delle delusioni. Renato Gabrielli

Renato GabrielliRenato Gabrielli è autore teatrale, dramaturg e sceneggiatore. Esordisce nel 1989 con Lettere alla fidanzata, cui seguono Oltremare, Oplà, siamo vivi! e Moro e il suo boia (edito da Vita e Pensiero), diretti da Mauricio Paroni de Castro. Dal 1997 al 2001 è drammaturgo del Centro Teatrale Bresciano, per cui scrive e dirige Una donna romantica, Curriculum Vitae e Giudici (pubblicato su Hystrio n. 1.2003). Mobile Thriller, allestito in un’automobile, riceve il Premio Herald Angel al Fringe Festival di Edimburgo del 2004. Nel 2005 scrive per la compagnia scozzese Suspect Culture il testo bilingue A Different Language. Seguono Cesso dentro (2005), Salviamo i bambini (2006) e Tre (2007, Hystrio n. 4.2007), diretti da Sabrina Sinatti. Nel 2008 vince il Premio Hystrio per la Drammaturgia e nel 2009 il Premio Milano per il Teatro della giuria degli specialisti per Tre. Del 2010 è Questi amati orrori (Hystrio n. 4.2010), ideato insieme a Massimiliano Speziani e Luigi Mattiazzi. Nel 2012 realizza l’adattamento drammaturgico di Giulio Cesare di William Shakespeare, regia di Carmelo Rifici, per il Piccolo Teatro di Milano. Seguono Combattenti (2014), con la regia di Paola Manfredi e La donna che legge (2015) diretto da Lorenzo Loris e pubblicato da Cue Press. È autore della guida Scrivere per il teatro (ed. Carocci, 2015). Insegna drammaturgia presso la Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” e la Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano.

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